
Acerbo (PRC-SE): non ci uniamo al coro pro-Draghi, Salvini al servizio della finanza
Pubblicato il 26 mar 2020
Non ci uniamo al coro di esaltazione di Mario Draghi. Non ci entusiasma il suo intervento sul Financial Times nè la proposta della Lega e della destra di metterlo alla guida di un governo di unità nazionale. Draghi – come tutto il capitalismo europeo – chiede ora agli stati di indebitarsi ma si guarda bene dal dire che dovrebbe essere la Bce come la FEd negli USA a finanziare la tenuta dell’economia e del welfare europeo. Draghi ha perseguito per anni l’obiettivo dello smantellamento del modello sociale europeo e gran parte delle nefandezze subite dagli italiani (legge Fornero, tagli sanità, abolizione articolo 18) erano contenute nelle sue letterine. Lo ricordiamo come quello che usò un vero e proprio terrorismo economico con il blocco dei bancomat per piegare la Grecia di Tsipras e Varoufakis.
Che l’uomo del Britannia, di Goldman Sachs, della troika venga indicato come possibile Presidente del Consiglio o peggio della Repubblica dà l’idea che in questo paese si sono perse da anni le coordinate del buon senso e della Costituzione. Se oggi noi siamo in difficoltà è anche a causa del massacro della sanità pubblica e ora il killer Draghi in altra veste torna sul luogo del delitto.
Fummo gli unici a scendere in piazza contro Monti e non abbocchiamo alle dichiarazioni furbesche di Draghi.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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