
Trusts
Pubblicato il 25 mag 2013
di Maria R. Calderoni ::
Dice il Pm di Milano Stefano Civardi, che i re dell’acciaio, cioè i padronì dell’Ilva Adriano ed Emilio Riva hanno frodato il fisco per la modica sommetta di 1 miliardo e 200 milioni di euro (per dire, 2 400 miliardi delle vecchie lire); e a noi è venuta una gran voglia di sapere come si fa (hai visto mai, può venire utile).
Va bene, il miliardo e rotti bisogna averlo, questo è ovvio. Poi ci vogliono come minimo due fiscalisti (meglio se di grossissimo calibro); un notaio svizzero; 8 trusts all’estero (preferibilmente a Jersey, un paradiso fiscale sito nell’isola del Canale); due Fiduciarie (molto fidate) cui fare amministrare la suddetta sommetta, consigliate la “Ubs Fiduciaria” e la “Carini Spa”; almeno due false dichiarazioni riservate; almeno due false cessioni azionarie.
Disposto tutto ciò, è però assolutamente indispensabile procurarsi la possibilità di usufruire di uno scudo fiscale: fatto questo, è fatto tutto. Basta, appunto utilizzando le due false dichiarazioni di cui sopra, far figurare come unico disponente dei trusts solo l’Emilio Riva e non anche l’Adriano che, in quanto cittadino canadese con residenza a Montecarlo, non potrebbe aver accesso allo scudo medesimo (in base alla legge italiana, quisquilie). Insomma, un caso di scuola: il solito scudo col trucco, facilissimo, lo sanno anche i bambini.
Per vostra miglior conoscenza, i nomi degli 8 trustee cui, in caso, rivolgersi sono: Orion, Sirius, Antares, Venus, Lucam, Minerva, Paella, Felgam.
MARIA R. CALDERONI
redazionale
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