
Violenza contro le donne: è un bollettino di guerra
Pubblicato il 16 mag 2013
Le pagine dei giornali ne sono piene, per non parlare dei telegiornali. Ogni giorno non facciamo altro che sentire di nuovi casi di violenza su donne e bambini, stupri e omicidi. Un “bollettino di guerra”, con donne, spesso giovani ragazze, vittime della violenza degli uomini, marito, convivente, fidanzato, amante. Lo chiamano femminicidio, ma è soltanto la punta dell’iceberg: secondo i dati di Telefono Rosa, nel 2012 sono state 124, nei primi mesi del 2013 sono già ben oltre 12, le donne ferocemente uccise in nome di un “amore” malato e assassino. Morti che spesso sono solo l’ultimo atto dopo anni, talvolta decenni di violenze e maltrattamenti.
I dati delle violenze sulle donne denunciate alle volontarie dell’associazione Telefono Rosa nel corso del 2012, resi noti a marzo, sono gli unici numeri che abbiamo in Italia sul fenomeno e confermano che la violenza si scatena quasi sempre tra le mura domestiche, all’interno di un rapporto affettivo o sentimentale.
L’autore è dunque il marito (48%), il convivente (12%) o l’ex (23%), un uomo tra il 35 e i 54 anni (61%), impiegato (21%), istruito (il 46% ha la licenza media superiore e il 19% la laurea). Non fa uso particolare di alcol o di droghe (63%). Insomma, un uomo normale. Così come normale è la vittima: una donna di età compresa fra 35 e 54 anni, con la licenza media superiore (53%) o la laurea (22%); impiegata (20%) o disoccupata (19%) o casalinga (16%), con figli (82%).
La maggior parte delle violenze continuano ad avvenire in casa, all’interno di una relazione sentimentale (84%), in una famiglia normale. L’atto violento non è mai isolato ma è costante e continuo (81%) e non finisce con la chiusura del rapporto ma si protrae anche dopo, spesso con un atteggiamento persecutorio (stalking). La violenza fisica aumenta dal 18% al 22%, ma si accompagna sempre a violenza psicologica, minacce, violenza economica. Sale, dal 13% al 18%, la percentuale di donne che ammettono che la debolezza le ha spinte per anni a sopportare la situazione (il 35% da uno a 5 anni, il 34% da 5 a 20 anni e il 12% per oltre 20 anni), mentre diminuisce dal 14% all’11% la convinzione di tollerare la violenza per amore.
da Globalist.it
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