
Statali, aumenti bloccati: persi tremila euro
Pubblicato il 13 mag 2013
di Luigina Venturelli -
Circa mille euro all’anno. Tanto è costato ai dipendenti statali il regime di austerità deciso ormai quattro anni fa dal governo (allora era quello guidato da Berlusconi, ma la linea è stata confermata dal successivo esecutivo Monti) per recuperare risorse facili alle spese dei lavoratori della pubblica amministrazione con il blocco degli stipendi. Ma se il congelamento delle loro buste paga fosse confermato anche nel 2013 e 2014, come i sindacati temono, allora tre milioni e mezzo di dipendenti statali dovrebbero affrontare la perdita complessiva di 4.100 euro medi lordi. È quanto ha calcolato la Cgil, secondo le stime fornite dal coordinatore del Dipartimento del pubblico impiego, Michele Gentile. Ben 3mila euro se ne sono già andati in fumo dal 2010 al 2012, visto che nel 2010, all’indomani dell’esplosione della crisi economica globale, con un’inflazione al 2,1%, sono stati persi 50 euro al mese, mentre nel 2011, quando i prezzi al consumo crescevano a un ritmo del 3,2%, il conto saliva a 74 euro, e infine l’anno scorso, con il carovita sulla soglia del 2,2%, tornava a 52 euro mensili. Il conto, dunque, è presto fatto: 3mila euro nel giro di tre anni. Ma il salasso rischia di aggravarsi ulteriormente, perchè il provvedimento europer mantenere il blocco degli stipendi per tutto il 2013 ed anche per il 2014 già circolava a Palazzo Chigi e l’attuale governo potrebbe essere tentato dall’applicarlo. «Fino al 2013, se sarà confermata l’inflazione al 2%» spiega Gentile, «si perderebbero altri 600 euro, pari a circa 50 euro al mese, per un totale di 3.600 euro. E nel 2014, con i prezzi al consumo intorno all’1,6%, ipotizziamo altri 500 euro, corrispondenti a 35 euro mensili, e potremmo arrivare a 4.100 euro medie lorde».
Il dubbio che ancora permane sulla sorte delle buste paga degli statali, congelate allo stato in cui si trovavano quattro anni fa, è dovuto ad un colpo di coda del governo Monti che, poche settimane prima di cedere il testimone, ha inserito il blocco dello stipendio per gli statali fino al 31 dicembre 2014 in una bozza di decreto che condannerebbe il potere d’acquisto dei lavoratori coinvolti a restare in balia dell’inflazione ancora a lungo. Il provvedimento non è stato emanato, ma la sola possibilità che fosse preso in considerazione mandò su tutte le furie le organizzazioni sindacali. «Una forzatura ai danni dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni» l’aveva definita il segretario generale della Fp Cgil Rossana Dettori, trovando sulla stessa lunghezza d’onda i segretari di categoria della Cisl e della Uil, Giovanni Faverin e Massimo Di Menna. Del resto, non aveva aiutato a rasserenare il clima la curiosa vaghezza con cui il ministro Patroni Griffi e il sottosegretario Catricala affrontavano il tema del blocco della contrattazione nella Pa: «Finora non se ne è parlato». Non confermando, ma nemmeno smentendo l’ipotesi. Infatti, da lì a poco, i loro timori si sarebbero dimostrati fondati: la bozza di decreto del presidente della Repubblica è stata in effetti approvata in uno degli ultimi Consigli dei ministri tenuti dall’esecutivo Monti, lasciando così in eredità al ministro Gianpiero D’Alia un documento pronto per proseguire il suo iter d’approvazione verso il Consiglio di Stato e poi verso il Parlamento. «A quanto ci risulta, la bozza di decreto sarebbe già stata inviata al Consiglio di Stato» racconta il coordinatore del Dipartimento pubblico impiego della Cgil, «che vi avrebbe apposto alcune piccole osservazioni di merito. Ora spetta al nuovo esecutivo decidere cosa farne». Le possibilità sono due: o mandare il testo direttamente alle commissioni parlamentari competenti per acquisirne il parere, e poi eventualmente chiederne l’approvazione in aula, oppure chiamare le parti sociali al confronto, per valutare la questione con il metodo della concertazione. Inutile dire che i sindacati si attendono, per non dire pretendono, che il governo Letta proceda per la seconda strada.
da L’Unità
Sostieni il Partito con una
Appuntamenti