
NO alla secessione dei ricchi
Pubblicato il 23 gen 2019
La retorica che circonda la” secessione dei ricchi” è inaccettabile e pericolosa.
Finora il tema è stato tenuto sottotraccia, evitando una necessaria discussione politica diffusa, una consultazione di massa, una decisionalità di popolo, l’espressione di una “sovranità popolare” prevista dall’art. 1 della Costituzione.
Il governo giallo – verde nel suo furore contro la democrazia costituzionale, porta avanti la linea della secessione,a cui si aggiunge ,in larga parte , il PD, stiamo, così, giungendo ad un passaggio che costituisce, se non lo blocchiamo, una mutazione definitiva della nostra architettura istituzionale.
Il tema è quello dell’autonomia regionale differenziata”.
La vicenda parte con i referendum svolti in Veneto e Lombardia nel 2017 che, nonostante le sentenze contrarie della Corte Costituzionale, rischiano di incidere sull’ordine costituzionale e politico, referendum, appoggiati dalla Lega, che condizionano pesantemente le scelte di organi costituzionali dello Stato. Vogliono destrutturare lo Stato nazionale unitario allo scopo, esplicitato ripetutamente anche in questi mesi da Zaia, di trattenere la massima quota di proventi tributari del territorio.
Si incide, in tal modo, sulla concezione costituzionale della solidarietà nazionale, sulla coesione e solidarietà, del diritto di cittadinanza uguale per tutte/i che garantiscono l’unità giuridica ed economica del paese.
In forme solo parzialmente dissimili, lo stesso tema di autonomia differenziata è stato posto e dalla iniziativa della giunta piddina dell’Emilia, nel 2017 col governo Gentiloni.
Insomma “una storia di grandi egoismi” che sopprime l’universalità dei diritti, in aperta violazione con i principi di uguaglianza scolpiti nella Costituzione.
Per raggiungere questi risultati discriminatori, si sfrutta un vuoto normativo denunciato più volte dalla Corte costituzionale: dal 2001, infatti, nessun Governo ha trovato il tempo di definire i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni sociali e civili da garantire in misura omogenea a tutti le/i cittadine e cittadini italiani, ovunque residenti.
E il Sud? Dentro il tema del federalismo differenziato si articola il nodo della nuova “questione meridionale”, matura il tradimento del M5S, che dopo aver fatto il pieno dei voti, tradiscono, ancora una volta, il loro elettorato per equilibri di palazzo.
Abbiamo il compito di costruire un’ opposizione politica e sociale, in questo paese, è importante lanciare una campagna nazionale per dire NO all’autonomia differenziata per iniziare un percorso di iniziative e di mobilitazione, partiamo da qui, ripartiamo dal sud domenica 27 gennaio, dalle ore 10.00 alle ore 16.00, presso la sede di Rifondazione Comunista in via Derada, 59 a Cosenza, si terrà l’incontro di approfondimento e programmazione politica delle segreterie regionali e provinciali del Partito della Rifondazione Comunista di: Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, nell’ambito della campagna nazionale del Partito, sul tema dell’Autonomia differenziata, a cui parteciperanno Maurizio Acerbo segretario nazionale di Rifondazione Comunista e Loredana Marino resp. Partito Sociale e Mezzogiorno.
Indignamoci, ribelliamoci, disobbediamo, il tempo è ora!
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