
Dati Svimez: cresce impoverimento, il sud gabbato anche da questo governo
Pubblicato il 1 ago 2018
di Maurizio Acerbo -
I dati Svimez confermano le drammatiche conseguenze delle politiche di destra neoliberiste portate avanti dal Pd come dal centrodestra. Cresce la povertà e il Sud ne paga le conseguenze con emigrazione di massa e crescente impoverimento. Il nuovo governo grilloleghista soffia sul fuoco della demagogia anti-immigrati ma nasconde la vera emergenza del paese e continua sulla strada dei governi precedenti che hanno favorito disuguaglianze. La flat-tax è un’offesa alla povertà e ai principi della Costituzione. Invece di diminuire le tasse ai ricchi bisogna anche con una patrimoniale investire su un grande piano per il lavoro e introdurre il reddito minimo garantito, dire basta a grandi opere dannose al nord e rilanciare investimenti infrastrutturali necessari al sud, bonificare il territorio e valorizzare patrimonio storico-naturalistico. Invece il governo continua a essere orientato a favore delle regioni più ricche. Infatti nella distrazione generale Lombardia e Veneto si stanno contrattando autonomia con il Governo dei loro compari leghisti e pentastellati.
SUD: SVIMEZ, QUASI 1 MLN DI GIOVANI ANDATI VIA IN 16 ANNI =
in 8 anni raddoppiato numero famiglie con tutti componenti in cerca di occupazione Roma, 1 ago. (AdnKronos) – Si amplia il disagio sociale, tra famiglie in povertà assoluta e lavoratori poveri e si evidenzia una nuovo dualismo demografico: meno giovani, meno Sud. La limitazione dei diritti di cittadinanza, il divario nei servizi pubblici. E’ quanto emerge dalle anticipazioni del Rapporto Svimez 2018, presentate oggi a Roma. Nel Mezzogiorno infatti si delinea una netta cesura tra dinamica economica che, seppur in rallentamento, ha ripreso a muoversi dopo la crisi, e una dinamica sociale che tende ad escludere una quota crescente di cittadini dal mercato del lavoro, ampliando le sacche di povertà e di disagio a nuove fasce della popolazione. Il numero di famiglie meridionali con tutti i componenti in cerca di occupazione è raddoppiato tra il 2010 e il 2018, da 362 mila a 600 mila (nel Centro-Nord sono 470 mila). Il numero di famiglie senza alcun occupato è cresciuto anche nel 2016 e nel 2017, in media del 2% all’anno, nonostante la crescita dell’occupazione complessiva, a conferma del consolidarsi di aree di esclusione all’interno del Mezzogiorno, concentrate prevalentemente nelle grandi periferie urbane. Si tratta di sacche di crescente emarginazione e degrado sociale, che scontano anche la debolezza dei servizi pubblici nelle aree periferiche. Preoccupante la crescita del fenomeno dei working poors: la crescita del lavoro a bassa retribuzione, dovuto a complessiva dequalificazione delle occupazioni e all’esplosione del part time involontario, è una delle cause, in particolare nel Mezzogiorno, per cui la crescita occupazionale nella ripresa non è stata in grado di incidere su un quadro di emergenza sociale sempre più allarmante. (Arm/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222 01-AGO-18 11:44 NNNN
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