Vittime della propria incoerenza

Vittime della propria incoerenza

di Matteo Pucciarelli -
Per lavoro ieri ho passato un pomeriggio interessante dal punto di vista “sociologico”. Le sedi del Pd milanese erano aperte per far discutere militanti, simpatizzanti e così via con i propri eletti. Mi aspettavo una spettacolo del genere: gente inferocita pronta a strappare la tessera con la dovuta platealità, a chiedere spiegazioni stringenti sul come e perché ci si è ritrovati al governo con Silvio Berlusconi – l’eversore e golpista Silvio Berlusconi contro il quale per venti anni si sono raccolte firme, organizzate manifestazioni, sottoscritte mozioni, srotolato striscioni e si è vomitato ogni genere di legittimo sdegno.

Con mio sommo stupore (e sdegno, stavolta il mio, devo ammetterlo) niente di tutto questo. La rassegnazione da una parte, il politicismo da un’altra, perché dopotutto «è un governo guidato da uno dei nostri», e poi «abbiamo eletto un presidente della Camera che è nostro, un presidente del Senato che è nostro, un presidente della Repubblica che è nostro». Tutta la rabbia era diretta al capire chi fossero i 101 franchi tiratori – il che è pure giusto, ma non mi pare la questione dirimente. Una rimozione totale e collettiva sul fatto che le promesse di alternativa, di cambiamento, di «mai più governi con la destra», di Italia Bene Comune, di decenni di battaglie fossero stato letteralmente buttate al macero. Non un cenno per dire: scusate, ma la democrazia serve ancora? Cosa siamo andati a votare a fare se tutto è rimasto come era? Con quale coraggio scendiamo a patti con chi fino a un mese prima manifestava contro i giudici fuori dal Palazzo di Giustizia? E Stefano Rodotà, perché Rodotà no?

La prima annotazione che faccio è questa, ma più che altro è una speranza: l’elettorato del centrosinistra neanche ha più il coraggio di avvicinarsi a un circolo del Pd per discutere e ingoiare l’ennesima quintalata di bocconi amari; per cui i presenti sono gli ultimi giapponesi, i fedeli alla linea al quale tutto puoi dire perché sempre ti crederanno. Merce rara e ormai in via di estinzione. Fuori c’è un mondo che gli ha voltato le spalle, e il Pd pare non averlo capito.

La seconda è invece una questione di fondo. Sono convinto che in politica la coerenza deve tornare ad essere un valore. I valori e l’etica delle scelte non possono venire meno a seconda delle «contingenze». Vale soprattutto a sinistra. A chi ha l’ambizione di proporre un modello culturale e non solo politico alternativo – perché per quanto mi riguarda definirsi di sinistra significa questo – è richiesta una doppia dose di coerenza.

L’incoerenza della “sinistra” che oggi fonda il suo essere sull’antiberlusconismo e domani si allea in nome di una fantomatica “responsabilità” proprio a Berlusconi è criminale e mina alle fondamenta la propria esistenza, la propria ragion d’essere.

Ho avuto un retropensiero. Certe persone che oggi giustificano l’ingiustificabile – un’alleanza con il Pdl, naturalmente subendo i ricatti del Cavaliere – sarebbero potute vivere tranquillamente sotto il fascismo. Perché allora potevi viverci anche se non eri fascista. Bastava derogare alla propria coerenza. Proprio come si sta facendo adesso.

Se il Pd morirà, sarà semplicemente vittima della propria incoerenza.

PS. È cosa sana e giusta mettere il dito nella piaga: cliccate, ascoltate e ricordate bene.

da Micromega online


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