Voto agli studenti, pressing della Ue Il governo ipotizza un decreto

Voto agli studenti, pressing della Ue Il governo ipotizza un decreto

La Commissione europea: evitare discriminazioni. Farnesina e Viminale si muovono
Forse un decreto del governo risolverà la «difficoltà tecnica» che impedisce ad oltre 21 mila studenti Erasmus italiani di tornare in patria per votare alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Sembra essere questo l’orientamento del nuovo asse che si è formato ieri tra Viminale e Farnesina. Insieme, ha tenuto a precisare ieri il ministro degli Esteri Giulio Terzi, valuteranno «ogni possibile intervento per rispondere alla richiesta di studenti per l’Erasmus di esercitare il diritto di voto per corrispondenza». Quindi niente sconto del 70% sui biglietti, come hanno chiesto gli studenti che continuano la loro campagna su Facebook, ma un lasciapassare per votare in ambasciata. Proprio come accade per le altre «categorie di “temporanei”» all’estero (la definizione è sempre di Terzi), come militari, diplomatici e professori universitari che erano stati inizialmente inseriti nella legge 232 approvata dal governo nel 2012. In quella legge non risultavano gli Erasmus. Non sappiamo se questa è stata una dimenticanza o una consapevole esclusione, ma di certo rivela che tra i «temporanei» all’estero esiste una discriminazione per quanto riguarda i diritti civili.
Anche l’Unione Europea si è accorta di questa «anomalia» tutta italiana e ieri è intervenuta a sostegno della campagna degli studenti. Il portavoce della commissaria Ue all’educazione Androulla Vassiliou «sostiene con forza» e «accoglie con favore» tutti gli sforzi fatti per «trovare una soluzione», pur riconoscendo che le regole per il voto sono una «competenza nazionale». E quando questa «competenza» esercita una discriminazione? Questo è il problema emerso nello scorso fine settimana. Dopo giorni di silenzio è tornato a farsi sentire anche il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo che perorerà la causa degli Erasmus nel consiglio dei ministri previsto per oggi. Monti ha assicurato il suo appoggio, anche perché tra i 21 mila ragazzi all’estero potrebbe esserci anche qualcuno che rimpinguerà il suo bottino elettorale. Una decisione che ha sconfessato il non possumus del ministro degli Interni Cancellieri secondo la quale gli studenti dovrebbero essere iscritti all’anagrafe degli italiani all’estero per partecipare al voto. Da un blog su Linkiesta è giunto un consiglio più che affettuoso agli studenti che non vedono l’ora di partecipare al voto di febbraio. Il blogger Simone Migliorato, pur consapevole del rischio di passare per un edonista o per un qualunquista sollecita i ragazzi a «fare l’amore» in quei due giorni. Entrambi i rischi sono forti, ma pensare che i mesi dell’Erasmus siano anche un periodo di pausa dall’orrore italiano, oltre che di buone pratiche, non è sbagliato.
il manifesto

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