È offensivo collegare l’attentato alla caserma dei Carabinieri con le iniziative di solidarietà con la famiglia Maldonado

È offensivo collegare l’attentato alla caserma dei Carabinieri con le iniziative di solidarietà con la famiglia Maldonado

Non sappiamo chi abbia organizzato l’attentato alla caserma dei carabinieri di Roma dei giorni scorsi. Ci sembra inverosimile la rivendicazione di un sedicente gruppo anarchico “Santiago  Maldonado”, ma lasciamo agli inquirenti la ricerca dei riscontri. Di certo appare una provocazione ad hoc contro la famiglia Maldonado, che in questi giorni a Roma ha incontrato Papa Francesco, il  quale ha espresso la sua solidarietà con la giusta necessità di verità e giustizia. Troviamo assurdo e  inaccettabile che alla provocazione, si siano aggiunti articoli di stampa – come quello apparso sul quotidiano Il Messaggero – che collegano l’attentato alla Casa del Popolo di Torpignattara, che  aveva ospitato il giorno prima un dibattito pubblico con la famiglia Maldonado. 

L’accostamento è talmente ridicolo che a questo punto ci aspettiamo che nel prossimo articolo si
lancino sospetti sul Papa stesso!  

Come si ricorderà il giovane argentino Santiago Maldonado, desaparecido il primo agosto scorso
mentre protestava insieme alle comunità Mapuche nel Sud dell’Argentina, è stato vittima di una  operazione di polizia, con la presenza dell’intorno del presidente Macri. Dopo settantotto giorni, il suo cadavere è stato ritrovato in fondo al fiume Chubut in circostanze misteriose. La figura di Santiago non coincide in nessun modo con la violenta azione del gruppo che lo evoca. Santiago ha  perso la vita sostenendo il movimento del popolo Mapuche che conduce una battaglia non violenta per recuperare le loro terre ancestrali e che oggi sono in possesso della famiglia Benetton.  

Con questo attentato si cerca di sviare l’attenzione dalla situazione politica argentina, dove il
governo Macri sta applicando un programma di austerità, di tagli alla spesa sociale, riduzioni di salari e una controriforma delle pensioni che riporterà indietro il paese di 40 anni.  

Diffidiamo chiunque dall’accostare la “Casa del popolo” (che ospita anche il nostro circolo del
Partito della Rifondazione Comunista) ad atti che abbiamo sempre condannato. Questa  provocazione non fermerà la nostra battaglia per la ricerca di verità e giustizia sul caso di Santiago  Maldonado, e dei “desaparecidos” di ieri e di oggi. Mentre respinge il ricatto della paura, il PRC  riafferma la sua totale solidarietà alla famiglia Maldonado. 

Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale

Marco Consolo, responsabile esteri


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