Israele: Zoabi, Stato laico o pace lontana

Israele: Zoabi, Stato laico o pace lontana

di Michele Esposito ::

”Serve uno Stato laico, dei cittadini”, privo delle discriminazioni che oggi soffre la popolazione palestinese, e senza le derive ”razziste” a cui tende l’attuale amministrazione. E’ un appello senza mezzi termini quello formulato da Haneen Zoabi, prima donna araba ad entrare nella Knesset, eletta nel 2009 e riconfermata nel gennaio scorso in una tornata elettorale che ha visto salire al potere un esecutivo ”ancora piu’ pericoloso” di quello precedente.

In Italia nei giorni scorsi, Zoabi ha portato con se’ tutta la carica di donna laica, single, convinta femminista, che non ha paura di affermare come ”non esista supporto alla popolazione palestinese senza che venga riconosciuto il nostro diritto alla resistenza”. Nata a Nazareth, prima cittadina arabo-israeliana a laurearsi in studi di comunicazione, Zoabi e’ uno dei tre deputati del partito Balad, che lotta per il riconoscimento dei pieni diritti della popolazione palestinese.

Un riconoscimento che, secondo lei, oggi appare lontanissimo.

”Israele ha espropriato l’85% dei nostri territori, io sono membro della Knesset ma non mi sento nella mia terra”, ha ammesso la deputata ad Ansamed a margine del convegno ”Per una pace giusta in Medio Oriente”, organizzato a Cerveteri.

”Israele non ci considera suoi cittadini ed e’ l’unico stato del mondo occidentale che decide con chi devi sposarti”, ha incalzato Zoabi ricordando ”di non potersi unire civilmente” con un palestinese all’interno dello Stato ebraico. Del resto, anche la vita politica di questa energica deputata non e’ stata facile. Amata dalla ‘sua’ minoranza, quella arabo-palestinese (il 20% della popolazione d’Israele), Zoabi e’ osteggiata dai principali partiti israeliani da quando, nel 2010, si imbarco’ sulla Mavi Marmara, nave ammiraglia della Freedom Flotilla che vide nove attivisti turchi uccisi dalle forze israeliane. ”Mi tolsero l’immunita’ parlamentare e il passaporto diplomatico”, poi ”hanno tentato di far approvare una legge per impedire la mia candidatura”, ha spiegato Zoabi, il cui ricorso alla Corte Suprema israeliana fu pero’ accolto, aprendo cosi’ le porte alla sua rielezione.

E oggi, in seno al parlamento, continua a non risparmiarsi.

”Non sono nella Knesset per perdere la mia dignita’. Israele e’ un bambino viziato e se il mondo continua a trattarlo cosi’ i palestinesi continueranno a pagare”, ha spiegato, accusando l’attuale esecutivo di ”non avere un’agenda politica sull’occupazione” dei Territori. Anzi, l’intera elite sociale e politica israeliana ”non ha neppure la sensazione che esista il problema dell’occupazione”. Percio’ – e’ il suo appello – la soluzione sta nella formazione di uno Stato laico, dalla natura egualitaria, a dispetto della creazione o meno dei ‘due Stati per due popoli’. ”Oggi mi sento un’esiliata in patria, Israele sta portando avanti un progetto criminoso” con una ”politica repressiva e militare nei nostri confronti, la limitazione dei nostri diritti, l’esproprio delle nostre terre”, e’ il grido di rabbia di Zoabi. Secondo la quale ”se esiste l’occupazione, automaticamente ci sono gli occupanti e gli occupati che lottano tra loro. E la pace non arrivera’ mai”.

MICHELE ESPOSITO

da l’Ansa.it


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