ESDE: l’Italia non è un paese per i giovani, né per le donne, né per i più deboli. Costruiamo l’alternativa.

ESDE: l’Italia non è un paese per i giovani, né per le donne, né per i più deboli. Costruiamo l’alternativa.

di Roberta Fantozzi 

Dopo l’Istat, anche l’Indagine su occupazione e sviluppo sociale in Europa (Esde) conferma la condizione drammatica del paese. Siamo ai primi posti in Europa, per il numero di giovani tra i 15 e i 24 anni che né studiano, né lavorano (19,9% contro la media europea dell’11,5%), i 20 punti percentuali che separano l’occupazione maschile da quella femminile, il numero di persone che vivono in povertà assoluta, aumentate tra 2015 e 2016, unico caso in Europa insieme a Estonia e Romania.

Diciamo da tempo che l’Italia vive una “crisi nella crisi”. Questi numeri ne sono la conferma, e la riprova del fallimento delle politiche del governo Renzi e di quelli che l’hanno preceduto.

L’aumenta folle dell’età pensionabile prodotto dalla Fornero tiene fuori i giovani dalla possibilità di accedere ad un lavoro. La “buona scuola” non fa che accentuare le disuguaglianze di classe e territorio, l’abbandono di chi parte svantaggiato.

Le politiche di privatizzazioni e l’assenza di ogni progetto di politica industriale  impediscono di costruire occupazione qualificata, mentre un ventennio di distruzione dei diritti del lavoro culminata nel Jobs Act produce lavoro precario e povero. La continua riduzione del perimetro pubblico e i tagli al welfare perpetuano inaccettabili disuguaglianze di genere. Permane l’assenza di una misura universale di contrasto alla povertà come il reddito minimo.

I governi Renzi-Gentiloni hanno investito in questi anni in una sola cosa: sgravi fiscali e contributivi alle imprese, tagli delle tasse per i più ricchi. E’ la stessa linea che Renzi vorrebbe continuare e rafforzare, quella del neoliberismo.

La nostra è opposta: investimenti pubblici per la riconversione energetica, la mobilità sostenibile, la prevenzione dei rischi sismici e idrogeologici, assunzioni nel comparto pubblico dalla sanità alla formazione alla cultura, cancellazione della Fornero e reddito minimo. Con una riforma fiscale che colpisca la grande evasione, i grandi patrimoni e i redditi più alti.

E’ il solo modo per ricostruire diritti, dignità, speranza. Una società per tutt@, a partire dalle giovani generazioni e dalle donne.

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