
Motta di Cinisello, Prc: «Licenziamenti made in Italy, stop alle delocalizzazioni»
Pubblicato il 26 mag 2017
La vertenza alla Motta di Cinisello Balsamo rappresenta l’ennesimo caso di deindustrializzazione nell’area nord di Milano. Come nelle vicende di GE (EX Alstom Power) di Sesto San Giovanni e di Flint group di Cinisello, le lavoratrici e i lavoratori rischiano di perdere il proprio posto di lavoro non per problemi produttivi, ma perché le proprietà hanno deciso di delocalizzare in paesi in cui retribuzioni e diritti sono inferiori. Questi sono i risultati reali del Jobs Act targato Pd e dell’assenza di una politica industriale: disoccupazione, precarietà e povertà. Serve una risposta politica unitaria della sinistra, serve una legge nazionale contro le delocalizzazioni attraverso la quale i contributi pubblici possano essere concessi ad imprese che si impegnino a mantenere sul territorio le attività e siano revocati in caso di delocalizzazioni anche parziali. Serve una normativa sul “made in Italy” che eviti la truffa di produzioni delocalizzate. Basta andare sul sito della Motta Alfredo e vedere come si vendono i 100 anni di “made in italy” nella pelletteria mentre si delocalizza e licenzia. Non possono essere le lavoratrici e i lavoratori a dover pagare per questa situazione. Rifondazione comunista, a partire dall’impegno delle compagne e dei compagni del territorio, sostiene e sosterrà la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori.
Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale Prc
Enrico Flamini, Segreteria Nazionale Prc, Responsabile Lavoro
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