Di Pietro si tiene l’Idv stop alla linea Orlando

Di Pietro si tiene l’Idv stop alla linea Orlando

di lettera43.it -

Altro che sciogliersi. L’Italia dei valori non ha alcuna intenzione di sparire dalla politica. E per rilanciarsi ha deciso di partecipare alle prossime amministrative a Roma e in Friuli. Così come è stato deciso di organizzare il congresso a fine giugno, cercando pure l’alleanza con il centrosinistra.
A sventare il tentativo di ’golpe’ guidato dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che voleva sciogliere l’Idv e fondare un nuovo partito è stato Antonio Di Pietro, che è riuscito a mantenere il controllo della sua creatura, ma ha annunciato che serve un cambio generazionale e che al congresso ha intenzione di presentarsi dimissionario.
FALLITA LA MOSSA DI ORLANDO. L’Idv, recude dall’alleanza elettorale con la sinistra radicale di Rivoluzione civile che l’ha pero costretto a rimanere fuori dal parlamento ha già iniziato la resa dei conti.
Il 26 marzo, all’ufficio di presidenza Orlando era riuscito a far approvare un documento che chiedeva all’esecutivo nazionale (il parlamentino del partito, con 40 membri) di considerare conclusa l’esperienza di Idv, far saltare il congresso del 28-30 giugno e indire primarie per eleggere una costituente che preparasse lo statuto di un nuovo partito.
Il presidente-fondatore Di Pietro aveva subito l’iniziativa e si era astenuto. Con lui erano rimasti gli ex parlamentari Ignazio Messina e Ivan Rota, mentre Orlando poteva contare sull’ex capogruppo al Senato Felice Belisario e sul capogruppo in Abruzzo Carlo Costantini.
Ma già il giorno dopo, gli eletti negli enti locali e i militanti erano insorti, chiedendo a gran voce che il partito non si sciogliesse.
PASSA LA LINEA DI DI PIETRO. Il partito inoltre al 31 dicembre aveva in cassa 16 milioni di euro e non era chiaro che fine avrebbero fatto. Di Pietro era partito alla riscossa e ha invitato all’esecutivo nazionale anche eletti e militanti sul territorio, tutti dalla sua parte.
Orlando e i suoi hanno capito l’aria che tirava e hanno annunciato che non avrebbero partecipato. A loro avviso, la convocazione odierna era troppo allargata e quindi invalida.
Al Marriott Park Hotel di Roma, Di Pietro ha dimostrato che il grosso del partito è sempre con lui. L’assemblea ha dichiarato illegittima la decisione del 26 marzo, ha confermato il congresso di fine giugno e ha fissato la linea politica della ricerca di una intesa con Pd e centrosinistra.

 


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