Draghi convince Napolitano a non dimettersi

Draghi convince Napolitano a non dimettersi

Il telefono del Quirinale è squillato molte volte il 30 marzo.

Ma una chiamata in particolare ha fatto decidere a Giorgio Napolitano di tenere duro e «rimanere fino all’ultimo giorno» per cercare di tirare fuori l’Italia dall’impasse politico.
È stata quella di Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea, che ha convinto il capo dello Stato a non dimettersi per non rischiare di provocare un terremoto sui mercati alla riapertura di martedì 2 aprile.
LO SPREAD FA PAURA. Draghi ha spiegato a Napolitano che gli investitori esteri non conoscono (e probabilmente non hanno neppure tempo di capire) il concetto di «semestre bianco», il periodo in cui un presidente a fine mandato non può sciogliere le Camere.
Quindi la priorità è mantenere il più possibile un’apparente stabilità per non rischiare una pesantissima reazione negativa della Borsa e un vertiginoso rialzo dello spread.
L’ITALIA ALLA DERIVA NON POTEVA PERMETTERSELO. Se Napolitano si fosse dimesso per permettere al successore di convocare subito nuove elezioni, il messaggio all’esterno sarebbe stato che la nave ha perso il suo ultimo timoniere.
Il tutto mentre l’Italia è alla deriva nella recessione, le imprese chiudono, il debito e la disoccupazione continuano a salire.
LO «STATE OF DENIAL» DEI PARTITI. Stando a ricostruzioni di stampa, Draghi avrebbe sostenuto in inglese che in Italia c’è uno «state of denial» per dire che i partiti continuano a rifiutarsi di lavorare assieme e non capiscono i rischi colossali dello stallo politico.
Il presidente dell’Eurotower ha probabilmente deciso di chiamare Napolitano anche per le crescenti preoccupazioni degli altri governi europei, specialmente della Germania.
LE PREOCCUPAZIONI DELL’EUROPA. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble avrebbe detto che bisogna prendere atto dell’opinione degli italiani attraverso le elezioni: se si sommano i voti del centrodestra a quelli del Movimento 5 stelle, l’impressione in Germania è che la maggioranza degli elettori si opponga alle politiche di Angela Merkel.
Così la crisi europea, da finanziaria è diventata politica, con imprevedibili margini di peggioramento.
In attesa di capire se gli italiani vorranno restare in Europa (e nella moneta unica) Draghi ha quindi cercato di far tenere saldo il timone a Napolitano, sperando che la ‘ciurma’ dei partiti non voglia ammutinarsi proprio adesso.

lettera43.it

 


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