In difesa della Repubblica Bolivariana del Venezuela

di Stefano Galieni -
Il governo degli Stati Uniti d’America del Presidente Barak Obama ha di fatto dichiarato guerra alla Repubblica Bolivariana del Venezuela. Affermando che questo paese è oggi “una minaccia per la sicurezza nazionale”. C’è il presupposto fondato che questo preluda a sanzioni ulteriori, atti di intimidazione, sostegno alle forze reazionarie. Il Venezuela è una formidabile riserva di petrolio e ubicato dal punto di vista strategico in un area fondamentale di cui gli Usa non sono disposti a perdere il controllo. Il Presidente venezuelano Nicolas Maduro ha riunito lo scorso martedì il suo governo per discutere la risposta diplomatica da mettere in campo, in vista del Vertice delle Americhe che si terrà a Panama la prossima settimana. Maduro ha poi annunciato ufficialmente l’istituzione della “Giornata Bolivariana dell’Antimperialismo”, che si celebrerà ogni anno il 9 di marzo. Nel frattempo non solo in Venezuela ci sono state numerose e partecipate manifestazioni in difesa della Repubblica Bolivariana. Si stanno raccogliendo firme per chiedere immediatamente che il decreto di Obama venga abrogato, si utilizza twitter (#obamaderogaeldecretoya) ma anche i moduli cartacei che è possibile firmare ormai in tutto il mondo. Sono state raccolte finora 6 milioni di firme, le autorità venezuelane intendono raggiungere i 10 milioni da portare sul tavolo di negoziati che non si preannunciano facili. L’etichetta si è posizionata rapidamente fra i primi twitter nel mondo, è possibile firmare anche utilizzando il sito www.obamaderogaeldegredoya.org.ve. Il governo di Caracas ha annunciato che denuncerà alle Nazioni Unite l’ordine esecutivo del governo degli Stati Uniti d’America, approvato dal presidente Barack Obama, «Organizzeremo un’ampia sessione per denunciare l’aggressione che il nostro paese sta subendo», ha spiegato Rafael Ramirez, Ambasciatore del Venezuela presso l’ONU. Ramirez ha aggiunto che la delegazione venezuelana utilizzerà le dichiarazioni ufficiali rilasciate da CELAC, UNASUR e dal gruppo di nazioni riunite nell’ALBA per rafforzare la denuncia. «Tutte queste dichiarazioni – spiega l’ambasciatore -convergono sulla richiesta al presidente Obama di abrogare l’ordine esecutivo da lui illegalmente promosso e che viola ogni principio stabilito dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale». «I libri di storia ricorderanno Obama come il presidente che ha cercato di intimidire un intero popolo con questo tentativo, ma che ha trovato sulla sua strada lo spirito patriottico e bolivariano di questo popolo», ha spiegato Maduro ai microfoni del canale nazionale della televisione di stato, VTV. Anche in Italia, l’ambasciata, i consolati e alcune forze politiche come il Prc sostengono questa campagna e invitano a firmare per la libertà del Venezuela. Il tentativo di fermare la rivoluzione bolivariana iniziata con Chavez rappresenta un vulnus per le democrazie di ogni parte del mondo. Si parla di paese minaccioso ma in realtà in questi anni, in cui ogni volta i governi e i parlamenti sono stati eletti con consultazioni libere e democratiche, il Venezuela rappresenta una speranza per gli oppressi di tutto il mondo. Milano e Roma sono le città che più si stanno mobilitando per raccogliere le firme e il tempo rimasto è ancora poco. Ma l’intenzione è quella di non far calare il silenzio dopo l’incontro del 10 aprile. Il 19 aprile a Roma si terrà una iniziativa, ancora in fase di allestimento, nel Parco Bolivar del quartiere Monte Sacro, in cui porterà i saluti il nostro segretario Paolo Ferrero.

 

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