
«La fiducia? Solo a un governo senza Pd e Pdl»
Pubblicato il 5 mar 2013
di Carlo Lania -
Vuoi vedere che gira e rigira grazie a Beppe Grillo rispunta Mario Monti? Per ora è solo un’ipotesi ma, per quanto ancora lontana, è una di quelle possibilità che nell’universo grillino non viene esclusa categoricamente come ti aspetteresti. Tanto da far pensare che, tutto sommato, una riedizione del tanto vituperato «rigor Montis» in questo momento a Grillo potrebbe anche non dispiacere. O il professore o, in alternativa, un altro tecnico scelto da Napolitano al termine delle sue consultazioni. Sì perché una cosa il comico genovese l’ha ripetuta anche ieri ai 163 eletti del M5S riuniti nella sala di un albergo romano. «Noi andiamo avanti per la nostra strada, e quindi no al governo dei partiti». No a qualunque offerta di Pd e Pdl, ma «qualunque proposta alternativa noi la valuteremo». Non escluso, appunto un eventuale ritorno di Monti se Napolitano dovesse proporlo.
Hotel Universo, in linea d’aria cento metri dalla Stazione Termini. I due turisti giapponesi fanno l’inchino prima di prendere coraggio e attraversare a testa bassa la giungla di telecamere, microfoni, Ipad e taccuini asserragliati da ore nella hall dell’albergo dove si svolge la seconda e ultima giornata del raduno degli eletti del Movimento 5 Stelle. «Fate largo, lasciate un corridoio per far passare i turisti», dice ai cronisti il «cittadino» grillino che ha ricevuto l’ordine di non far passare nessuno. Qualche metro più sotto, chiusi in una sala, i neo parlamentari procedono seduti per terra e per alzata di mano all’elezione dei capigrupo, anzi no «portavoce», di Camera e Senato. Voto che, stando ai numeri, non deve essere stato proprio semplice. Al posto di portavoce dei 54 senatori si candidano in cinque ma alla fine, con 34 voti, la spunta Vito Crimi, 40 anni, palermitano di origine ma trapiantato a Brescia dove lavora come impiegato al ministero della Giustizia. Più complicata l’elezione del portavoce della Camera. Qui su 109 deputati si presentano una decina di candidati. Vince, con 37 voti, Roberta Lombardi, 39 anni, una laurea in Giurisprudenza, un lavoro come arredatrice di interni, un bimbo di 10 mesi e un passato come candidata non eletta (prese 191 voti) alla comunali di Roma con la lista Amici di Beppe Grillo.
Sarà l’emozione, sarà che forse ai grillini piace di più la stampa straniera che quella di casa, fatto sta che la prima incontro dei neoeletti (in carica per soli tre mesi) con i giornalisti non parte proprio bene. «Abbiamo deciso di concedervi questa conferenza stampa…» dice Crimi. Scusi? Concederci? «Scusate, volevo dire che abbiamo deciso di rispondere alle vostre domande» frena il neo capogruppo che comunque non rinuncia all’atteggiamento da professorino: «Spegnete i cellulari, e parlo con questo microfono che è quello della sala». Partono le domande: governo tecnico? «Vediamolo, prima vediamolo, ma non escludiamo il sostegno». Porte chiuse, invece, ai partiti. «E’ per loro che abbiamo fatto una campagna elettorale che si chiama tsunami, sono loro i responsabili della situazione del paese».
Per i grillini, però, la prima scelta è un’altra. Crimi spiega che quando Grillo salirà al Quirinale chiederà a Napolitano come prima cosa un governo a guida M5S. Ipotesi un po’ improbabile, visto che non ci sono i numeri a meno che il Pd non accetti di votare la fiducia a un esecutivo a cinque stelle. Se invece Napolitano dovesse prospettare un governo guidato da un tecnico, «allora valuteremo», dice Crimi.
Questione soldi: il M5S non chiederà il rimborso elettorale come annunciato, e promette di pubblicare entro tre mesi come sono stati spesi i soldi raccolti per la campagna elettorale. Diversa la faccenda per quanto riguarda i fondi destinati ai gruppi. «La legge prevede che il 55% sia usato per l’assunzione di personale parlamentare sulla base di elenchi forniti da Camera e Senato. E siano molto curiosi di vedere quali professionalità lo Stato ci propone», spiega Roberta Lombardi. «Il restante 45% sarà usato invece per creare un gruppo di comunicazione che sarà l’interlocutore dei giornalisti e la cui scelta spetta a Beppe Grillo in base alle nostre regole». Sia Crimi che Lombardi hanno escluso che sarà Grillo a tenere la cassa. «La gestione dei fondi sarà ad esclusivo utilizzo dei gruppi». Ultima questione gli stipendi; rinuncerete a tutte le indennità? «Vediamoci tra tre mesi e vi spiegheremo cosa avremo fatto», dice Crimi senza entrare nei dettagli.
Nulla di fatto, invece, per quanto riguarda l’eventualità di una norma anti-Scilipoti per scongiurare i cambi di casacca.« «Non esiste in base alla Costituzione un vincolo di mandato», spiega ancora Crimi. «E’ una prerogativa per tutelare la libertà dei parlamentari, ma è un fatto che non esista nemmeno una norma per tutelare gli elettori che votano in base a un programma».
Il Manifesto – 05.03.13
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