
L’Africa non si accende
Pubblicato il 21 ago 2014
di Angelo Ferrari – nigrizia.it -
Nel continente ancora 589 milioni di persone senza accesso all’energia elettrica. Molti paesi la esportano in grandi quantità mentre i loro cittadini restano al buio perché non esistono infrastrutture di distribuzione. Gli esempi di Costa d’Avorio e Mozambico.
Ma ciò che preoccupa di più è che, secondo le stime fatte, nel 2030 tra 730 e 880 milioni di persone non avranno ancora la corrente in casa e la maggior parte di queste si troverà nei paesi dell’Africa sub sahariana.
Il paradosso africano, tuttavia, è che molti paesi esportano energia elettrica, ma non hanno le infrastrutture per fornirla ai propri cittadini. Un esempio è la Costa d’Avorio dove solo 1,1 milioni di famiglie su 4 milioni ha sottoscritto un abbonamento al servizio, pari al 26 per cento della popolazione. Dominque Kakou, direttore della compagnia ivoriana di elettricità, ha annunciato investimenti per 152 milioni di euro dalla fine di quest’anno per collegare gratuitamente gli utenti alla rete e per ridurne i costi che oggi sono intorno ai 120-180 euro, con l’intento di raddoppiare gli abbonati entro il 2017. La società ivoriana esporta energia in Ghana, Togo, Benin, Burkina Faso e Mali.
Altro esempio è il Mozambico, giusto per andare dall’altra del continente. Il ministro dell’Energia del paese che si affaccia sull’oceano Indiano, Salvador Namburete, ha sostenuto, durante una trasmissione televisiva, che il suo paese ha il potenziale per fornire energia elettrica agli altri paesi della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc). “Noi abbiamo – ha detto il ministro – il gas, il carbone e il petrolio. Per questo vogliamo giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo della regione”. Attualmente il Mozambico fornisce energia elettrica allo Zimbabwe e alla Namibia e ha in previsione di esportare energia in Tanzania e nella Repubblica democratica del Congo a partire dall’anno prossimo. Per questo il ministro ha annunciato numerosi progetti infrastrutturali, tra cui la diga di Cahora Bassa nella provincia di Tete, nel nord-est del paese che consentirà di esportare energia nel vicino Malawi con il quale è stato siglato un accorto con cui il Malawi è pronto a pagare tra i 90 e i 100 milioni di dollari, ogni anno, per l’energia fornita. Dal ministro, tuttavia, nessuna parola sullo stato di penetrazione dell’energia elettrica nel suo paese.
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