Expo, solo 3.738 nuovi posti di lavoro

Expo, solo 3.738 nuovi posti di lavoro

Giorgio Salvetti – il manifesto -

False promesse. La fiera universale di Milano doveva diventare una grande occasione per rilanciare l’occupazione, invece da questo punto di vista è già un flop. Si ricorre per lo più al volontariato e alla precarietà e si offrono quasi soltanto lavori poco qualificanti

L’Expo doveva por­tare lavoro per tutti e invece finora i nuovi con­tratti sono stati solo 3.738. Un numero reso ancora più mode­sto dalla poli­tica di reclu­ta­mento basata in gran parte sul volon­ta­riato che pro­mette a migliaia di gio­vani di lavo­rare gra­tis per qual­che mese nella sfa­vil­lante atmo­sfera della fiera uni­ver­sale. In altri tempi si sarebbe chia­mato sfrut­ta­mento. Adesso invece la spac­ciano per oppor­tu­nità. Ma in realtà non c’è niente di nuovo, l’esca è sem­pre la stessa: non gua­da­gni ma cominci a met­tere un piede den­tro il mer­cato, cono­sci gente, ti formi e ti informi e noi intanto non ti paghiamo niente. Comodo. Fare un con­tratto è l’eccezione che con­ferma la regola e quindi non stu­pi­sce che i numeri dei nuovi assunti siano molto bassi rispetto agli annunci. Negli anni pas­sati si era addi­rit­tura detto che Expo avrebbo por­tato cen­to­mila nuovi posti di lavoro, poi si è calati a set­tan­ta­mila, e adesso si rischia di non rag­giun­gere nep­pure quota die­ci­mila. Anche i sin­da­cati, che sono sem­pre stati otti­mi­sti su que­sto punto e che in cam­bio di lavoro hanno cer­cato di non intral­ciare l’Expo, adesso devono rive­dere le loro stime.
I dati sono rica­vati dalle rive­la­zioni dell’Osservatorio sul mer­cato del lavoro della pro­vin­cia di Milano al quale per legge le aziende devono dichia­rare le nuove assun­zioni. Dun­que non è dif­fi­cile sapere che sono stati accesi 3.739 con­tratti per 3.442 per­sone impie­gate da 1.519 imprese. “Secondo le nostre pre­vi­sioni – spiega Gra­ziano Gorla, segre­ta­rio gene­rale della Cgil di Milano – alla fine arri­ve­remo a nove mila assun­zioni a cui si deve aggiun­gere una cre­scita nell’indotto che si aggira intorno alle tre­mila assun­zioni”. Come se non bastasse i lavori offerti non sono par­ti­co­lar­mente qua­li­fi­canti. Le aziende non cer­cano inge­gneri o altri lau­reati ma came­rieri, cuo­chi, magaz­zi­nieri e tele­fo­ni­sti di call cen­ter. I nuovi lavori sono soprat­tutto nel set­tore della risto­ra­zione e alber­ghiero (15% del totale), seguono i set­tori del turi­smo (14%), del com­mer­cio (12%). L’edilizia è solo al quarto posto (10%) men­tre i lavo­ra­tori del mani­fat­tu­riero sono al quinto posto (9%) come i pro­fes­sio­ni­sti. Solo alla Boc­coni sem­brano ancora otti­mi­sti. “E’ pre­sto per tirare le somme – sostiene Lan­franco Senn, docente ed eco­no­mi­sta – biso­gnerà anche valu­tare come Expo influirà sul mondo del lavoro in gene­rale. In una pros­sima ricerca valu­te­remo come stia rivi­ta­liz­zando le imprese che sot­tou­ti­liz­zano i pro­pri dipendenti”.


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY






IT25W0538703202000035040300 presso BPER Banca o IT16C0760103200000039326004 presso PosteItaliane S.p.A.