Voto per la pace, voto consapevole

Voto per la pace, voto consapevole

di Gianmarco Pisa, IPRI – Rete CCP -
Il movimento per la pace e contro la guerra è attraversato, nelle ultime settimane, da un intenso confronto al proprio interno, e, talvolta, verso l’esterno, sulla ormai imminente scadenza elettorale del prossimo 24-25 febbraio e, in particolare, sull’orientamento elettorale. Non che il movimento voti compatto: si sa che il movimento per la pace e contro la guerra è, per sua stessa natura, un vero e proprio movimento di movimenti e, d’altro canto, il fatto che la campagna contro l’acquisto, in tempi di crisi e di guerra, dei caccia da guerra F35, abbia assunto una dimensione di massa, rende alcune liste e diversi candidati più sensibili e più attenti ai temi della pace, del disarmo e della solidarietà internazionale. I “pacifisti” e gli “internazionalisti” sembrano oggi dividersi, in buona sostanza, tra il voto di sinistra (quello a SEL e a “Rivoluzione Civile” con Antonio Ingroia, per intenderci) e il voto protestatario (sia che si rifugi nella demagogia di Grillo sia che fugga verso l’approdo, comodo e sconsolante, dell’astensione). Da più parti: appelli, sollecitazioni ai candidati e alle liste a sostenere questa o quella piattaforma o questa o quella agenda per la pace, il disarmo, gli interventi di pace, il rilancio della cooperazione, la soluzione negoziata alle guerre in corso; e, loro naturale corollario, prese di posizione ed appelli al voto per questa lista o quella coalizione. Proviamo a vederci un po’ più chiaro, senza farsi illudere dalle paillettes di programmi, in molti casi, sapientemente confezionati, e con una buona dose di sano scetticismo e di verifica nei fatti.

In primo luogo, può essere consigliabile la lettura di questi tre link, che rimandano ad altrettante riflessioni del politologo indipendente Pietro Polito:

1) http://serenoregis.org/2013/02/15/tre-sinistre-pietro-polito, contenente un’interessante riflessione complessiva, come dice l’autore, “sine ira ac studio”, sull’alternativa elettorale tra PD-SEL e Rivoluzione Civile,

2) http://serenoregis.org/2013/01/17/la-sinistra-in-guerra-pietro-polito, sul tema-pace nei programmi elettorali e la lettura “sconfortante” della Carta d’Intenti della coalizione PD-SEL “Italia bene-comune” dal punto di vista della nonviolenza, e

3) http://serenoregis.org/2013/02/10/non-votero-per-beppe-grillo-pietro-polito, per una analisi e una ricognizione del fenomeno-Grillo, tra aperture ai fascisti, e, ancora riprendendo i termini dell’autore, “ambiguità” e “volgarità”.

Si sa che di buoni consigli ed ancor migliori intenzioni è lastricata la strada dell’inferno e certi programmi sembrano essere fatti apposta per dare, con la vertigine del sogno, perfino la vertigine del successo già conseguito, della politica di pace a portata di mano, della fine delle guerre e della soluzione politica dietro l’angolo, di imperialismi e neo-colonialismi (sì, anche) nazionali una volta per tutte alle nostre spalle. A proposito di SEL, ad esempio, ricordo, come tutti, almeno alcune tra diverse prese di posizione, ben poco pacifiste e ancor meno “nonviolente” (al di là delle declamazioni e delle narrazioni), del presidente Vendola:

ad esempio in: http://centropacecorrie.wordpress.com/2011/05/26/le-relazioni-di-nichi-vendola-con-israele, sull’ammirazione espressa da Vendola per “Israele che trasforma il deserto in giardini” (che, mi permetto di osservare, è doppiamente insopportabile, e perché la Palestina non è un deserto, e perché il tema di Israele che trasforma l’arido in giardino e fa nascere dal deserto le rose è uno degli argomenti più tipici e più ideologici della tradizione sionista); nonché, sulla Siria e la Libia, giusto per fermarci alle tragedie di guerra più recenti, rispettivamente i link: www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/10/15/27212-vendola-vuole-bombardare-la-siria e www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/10/notizia/Politica/2011/3/18/11154-LIBIA:-VENDOLA-FAVOREVOLE-ALLA-NO-FLY-ZONE-VIGILATA.

Giusto per rilanciare il confronto pre-elettorale, per dire basta alla litania, incredibilmente stucchevole e persino parossistica, del voto utile, e per approdare finalmente a un voto consapevole.


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