Da Roma a Torino i Forconi fanno flop

Da Roma a Torino i Forconi fanno flop

popoff.globalist.it – Fino a poco più di un mese fa sembravano i padroni dell’Italia, avevano messo in ginocchio un intero Paese con le loro manifestazioni capillari e durature in diverse grandi città. Blocchi stradali, manifesti, slogan, presidi. E oggi cosa è rimasto dei Forconi, quel movimento troppo spesso infarcito da mezzi crimanali e neofascisti? Oggi ha perso ogni slancio. Sembrano lontanissimi i giorni in cui in strada erano scese migliaia di persone.

Tre le manifestazioni di oggi, dopo la scadenza dell’ultimatum lanciato al governo dal leader Danilo Calvani: Torino, Genova e Roma. “Se fra un mese (cioè oggi, ndr) il governo Letta non si dimette, torneremo in strada”, aveva detto agricoltore di Pontinia. Ma le manifestazioni sono state un flop.

Torino: più fotografi che manifestanti – A Torino la manifestazione del Coordinamento 9 dicembre si è rivelata un vero e proprio fallimento. Piazza Castello, dove era previsto un presidio di manifestanti, risulta vuota. Solo fotografi e forze dell’ordine sotto la prefettura.

Nel capoluogo piemontese i manifestanti si contavano sulle dita di due mani: solo dieci, due studenti, una madre di famiglia, una ragazza e sei uomini. Sono stati attratti dagli annunci fatti sui giornali, nonostante nessuna convocazione ufficiale da parte del Movimento 9 Dicembre o sui social network.

Si sono ritrovati in pochi anche al contropresidio organizzato dai militanti di Rifondazione davanti alla vecchia stazione di Porta Susa. “Non vogliamo lasciare in mano alle frange estremiste di destra il malcontento crescente contro le politiche di austerità di questo governo”, ha detto Franco Locatelli, segretario torinese di Prc, annunciando l’intenzione di organizzare nelle prossime settimane una grande manifestazione a Torino contro l’austerità e in risposta “alle forze populiste di destra che nulla hanno a che fare con i temi della giustizia sociale”.

Genova: i marcia con quattro lapidi – A Genova, invece, un corteo, partito da piazza Martinez, dove dallo scorso 3 gennaio è stato allestito un presidio permanente, sta attraversando le strade del centro cittadino per raggiungere la prefettura. Alle 12.30 il corteo è arrivato in via Roma, davanti alla sede della prefettura di Genova. I manifestanti protestano contro il governo, che ritengono illegittimo, riferendosi anche alla recente sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum e contro l’eccessiva pressione fiscale.

Quattro finte lapidi ricordano lavoratori e imprenditori morti suicidi per le difficoltà economiche. Gli striscioni riportano scritte come «Ci hanno prtato alla fame», «Assassini», «Svegliati Italia», «9 Dicembre inizio della fine».

“In un paese dove regna l’indifferenza, l’egoismo e l’onnipotenza sclerotica dei palazzi di potere – hanno affermato gli organizzatori della manifestazione – il popolo deve ribellarsi, il popolo è l’unica medicina capace di curare un male così profondo”. “Abbiamo la possibilità e il dovere di manifestare il nostro sdegno davanti al palazzo della prefettura di Genova, con la speranza – hanno aggiunto i coordinatori del movimento nel capoluogo ligure – che la nostra vibrante protesta si propaghi nell’aria e trionfi la giustizia e la libertà”.

Roma: una cinquantina di forconi in piazza – Non dissimile la situazione a Roma. Sono poco meno di una cinquantina gli attivisti del Coordinamento del 9 dicembre che da questa mattina stanno manifestando a piazza ss Apostoli, davanti alla sede della Prefettura. I sostenitori del movimento guidato da Calvani, sventolano bandiere tricolore chiedendo le dimissioni di quello che definiscono “governo illegittimo”.

“Questa Italia si ribella per cacciare una classe politica e dirigente abusiva, corrotta ed incapace – si legge in un volantino – che ci ha coscientemente portato al disastro economico/sociale”. La manifestazione, spiegano, ha come obiettivo quello di riappropriarsi “della democrazia e dei nostri diritti costituzionali, contro un Parlamento che dal 2006 non è più espressione della volontà popolare e per difendere la nostra dignità”.

Ferro: voglio incontrare Fassino – E da Siracusa uno dei leader del movimento nazionale, Mariano Ferro, sollecita un incontro con il presidente dell’Anci, il sindaco di Torino Piero Fassino, “ma da tenere in tempi brevissimi perché ormai, di tempo non ce n’è più”. “Cosa intendono fare i sindaci di tutta Italia con i cittadini che non riescono ad effettuare i pagamenti relativi ai tributi comunali a causa della evidente crisi economica? – ha chiesto Ferro -. Le norme vigenti impongono agli uffici comunali il trasferimento a ruolo dei tributi evasi e la riscossione tramite le agenzie di riscossione. Se ‘l’evasionè rimane in ambito fisiologico il sistema può essere accettabile, se l’ampiezza del fenomeno fa ritenere invece che sia patologico, pensiamo sia giusto proporre o chiedere al legislatore una modifica del metodo di riscossione”.


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