
Nome di battaglia “Luce”. Il coraggio di una staffetta partigiana
Pubblicato il 8 apr 2025
di Alba Vastano -
La Resistenza passi da ricordo dei protagonisti a memoria delle nuove generazioni (Luce)
Luciana Romoli, nome di battaglia ‘Luce’, classe 1930, staffetta partigiana. La ‘inseguo’ per un po’ di giorni, chiedendole di rilasciarmi un’intervista, in occasione dell’80simo della Liberazione. Infine ho l’ok, tramite i suoi fedelissimi collaboratori. Così, dopo alcuni giorni, li contatto per i tempi di consegna dell’intervista: ‘Luce ci sta lavorando alle tue domande’. Finisce poi che la stessa Luce, al telefono, mi comunica: ‘‘Scusa, ma proprio non ce la faccio a rispondere alle tue domande, sono tanto stanca. Troppi impegni pubblici. Troppi‘.
Provo una grande empatia per Luce. Ha 94 anni e una vita intensissima alle spalle, trascorsa permanentemente a lottare per la difesa dei diritti, della libertà e della giustizia, Soprattutto una vita piena dedicata alla lotta antifascista, da quando aveva 8 anni. Solo 8 anni, quando “ribelle alla dittatura” decise quale dovesse essere la sua missione. La missione più coraggiosa, visti i tempi bui del fascismo che le toccò di vivere. Decise di prestare il suo aiuto ai Partigiani, fornendo loro cibo, farmaci e armi, con coraggio insolito per una giovanissima donna, considerando la tracotanza e violenza dei fascisti al servizio del Duce. Un coraggio che le sarebbe potuto costare persino la vita. Eppure non si arrese, anzi l’idea di contribuire a liberare il Paese dagli oppressori le diede una carica vitale e una forza d’animo incredibili. E così in quegli anni bui realizzò il suo sogno, quello di fare la staffetta partigiana,
L’intervista a Luce, per motivi più che plausibili, non è andata in porto. Sarebbe stato importante riferire qui la sua diretta testimonianza, ma non posso rinunciare a scrivere di lei, della sua mirabile vita, supportata, fortunatamente, dalla lettura del suo pamplhet : ‘Luce, storia di una Partigiana‘, edito da People. Nel piccolo volume vi sono raccolte le sue memorie e i tratti più salienti della sua vita. Una vita spesa per la libertà di tutti coloro che la vedono minacciata da un sistema di governo rigido e di matrice fascista. Ancora oggi Luce va nelle scuole per parlare agli studenti di quello che è stato quel regime che ha vissuto in prima persona negli anni del fascismo e chiede loro di avere sempre il coraggio di alzare la testa e di dissentire dai soprusi del potere repressivo che anche oggi, come allora, sembra proprio essere in atto, (ndr, pensando al decreto attuativo del ddl 1660, recentemente approvato in maggioranza, l’ultimo atto repressivo da parte del governo vigente). Chiede loro di osare sempre nell’ opporsi alle ingiustizie e ai soprusi di chi la vuole fare da padrone, di porsi dalla parte giusta seguendo la via maestra che è la nostra Costituzione, oggi svilita e offesa dagli stessi che vi hanno giurato. E sì, hanno giurato sulla Costituzione antifascista che racchiude i principi fondamentali, quali l’art.1, l’articolo 3 e l’articolo 11 contro ogni guerra. Tutto ciò che oggi i nostri governanti ignorano.
Ripercorro, così, tramite le sue memorie depositate nell’autobiografia, il periodo che Luciana Romoli ha vissuto da bambina. Ed è un continuo flashback nell’orrore del regime fascista e nella sofferenza di chi l’ha dovuto subire.
Debora
La prima azione di Resistenza di Luce Battaglia
‘Nel Luglio del 1938 su Il Giornale d’Italia, viene pubblicato il cosiddetto Manifesto della razza con il titolo Il fascismo e i problemi della razza, successivamente ripreso sulla rivista La difesa della razza. Nel Manifesto si esplicita l’esistenza di diverse razze, tra le quali una pura razza italiana, mentre la popolazione italiana viene indicata come ‘nella maggioranza di origine ariana’…Il Manifesto getta quindi le basi teoriche per discriminare le persone di razza ebraica. Le discriminazioni arrivano, firmate dal re e da Mussolini, con il Regio decreto legge del 5 settembre.
Art. 1 -All’ufficio di insegnante nelle scuole statali o parastatali di qualsiasi ordine e grado e nelle scuole non governative… non potranno essere ammesse persone di razza ebraica, anche che siano state comprese in graduatorie di concorso… né al conseguimento dell’abilitazione alla libera docenza.
Art. 2- Alle scuole di qualsiasi ordine e grado…non potrano essere iscritti alunni di razza ebraica.
1938, terza elementare. Luce ha un’amica del cuore che è anche la sua compagna di banco. Sempre insieme, affini in tutto. Abitavano nello stesso palazzo, in un quartiere popolare di Roma, Casal Bertone. Era Settembre, riaprono le scuole. La maestra di sempre non si presenta. Al suo posto entra in classe una supplente vestita da giovane italiana: gonna nera e camicetta bianca, una fascia con la scritta Mussolini, mantello e basco neri. Cartoncino appuntato sulla camicia ‘dirigente della gioventù fascista‘.
Il saluto d’obbligo, come ogni mattina: ‘Benito Mussolini, eia eia alalà‘. Tutte in coro e un po’ sottovoce ‘…te possino ammazzà‘, ma quella mattina non osano. L’aria è pesante. Appello di rito. Debora pronuncia il suo nome e cognome. E’ ebrea. E’ la fine per lei, segnata dalle leggi razziali che non perdonano neanche i bambini. La maestra fedele al fascismo le si avvicina, la strattona e la trascina fino ad una finestra. Le lega le trecce al cordone della tenda. “Questo è il tuo ultimo giorno di scuola” le urla in faccia. E fu allora che accadde qualcosa di imprevedibile .Un’azione importante di solidarietà e di Resistenza alle leggi del regime da parte di una classe di bambine di otto anni. IL terrore che, naturalmente, avrebbe potuto impossessarsi delle allieve, venne sostituito da una carica di rabbia collettiva e tutte insieme, con foga eccezionale si scagliarono sulla supplente gettandola a terra e riempiendola di calci e pugni. Poi liberarono la compagna che svenne per il dolore, a causa dei capelli troppo aggrovigliati e per la situazione di sopruso estremo.
Per far conoscere l’episodio violento ai residenti della zona venne messo in atto dalle stesse allieve testimoni del fatto un volantinaggio fuori dalla scuola, grazie ai volantini stampati dallo zio tipografo di Luce.”Fu un’iniziativa importantissima -scrive Luce- che mi fece capire come attraverso l’organizzazione e la fantasia si possono fare cose grandissime“. Seguirono episodi di massima solidarietà da parte di molti abitanti di Casal Bertone, ma per i volantini di produzione Romoli, sia Luciana (Luce) che la sorella, Adriana, vennero espulse dalla scuola.
Ogni mattina si recavano fuori dall’edificio scolastico per ascoltare le lezioni, complici le compagne di classe che aprivano le finestre per favorire loro l’ascolto e ricevevano i compiti a casa dalle loro compagne che, a turno, gli recapitavano. Debora andava a casa di Luce per studiare. Nel 1943 Debora e tutti i componenti della sua famiglia vengono deportati. Luce non se seppe più nulla della sua amica del cuore. Solo nel 2014 riuscì a sapere la verità . Debora e la sua famiglia erano tutti morti ad Auschwitz. Luce si reca ad Auschwitz e nel parallelepipedo contenente i resti dei capelli dei deportati le sembra di scorgere i bellissimi capelli neri della sua Debora. “Ho messo la mano su quel vetro- scrive Luce- per accarezzare i capelli di Debora“
I Romoli, una famiglia antifascista
Luce nasce negli anni 30′ da una famiglia antifascista. Lo zio, Guglielmo Germoni, attivo nel Partito comunista, partito che venne contestato, represso e soppresso in tutte le sue forme dal regime fascista. I comunisti allora diventarono clandestini per ricostituire il partito. Guglielmo, nel 1931, espatria in Francia. Torna nel 32, sotto falso nome, ma viene perquisito, identificato e arrestato. Durante il processo dichiarò di non essere pentito di quello che aveva fatto e che, in carcere, ‘ la sua fede comunista si è rafforzata’. Riesce ad evadere, ma nel giugno del 1940 viene di nuovo arrestato e finisce al confino, a Ventotene.
In casa Romoli, come in tutte le famiglie contro il regime, si viveva con il timore delle perquisizioni, oltre a soffrire la fame. Le mamme non avevano nulla per sfamare i loro piccoli. Mancava tutto, la povertà era dilagante, tanto che aveva preso piede la borsa nera . ” A docici anni-scrive Luce- falsificai i miei documenti, bisognava averne quattordici per lavorare e io ne avevo bisogno. Trovai impiego in vicolo della Ranocchia. Lì conobbi Enrico con il quale mi fidanzai…” . Nel 1944, durante un bombardamento, mentre lei ed Enrico si erano recati a rifornirsi di acqua per i bambini nascosti nella cantina del palazzo, Enrico viene colpito a morte e Luce scagliata lontano. Luce porterà a lungo la responsabilità della morte del suo amore adolescenziale, perché fu lei a prendere la decisione di uscire dal rifugio per i rifornimenti di acqua.
Luce, staffetta partigiana
Il primo atto di Resistenza Luce lo compì a otto anni, nel nome di Debora. E da quel momento la sua vita si articolò totalmente, nelle azioni e nei pensieri, nella Resistenza contro il regime. Entrerà nella Resistenza romana come staffetta e, dopo la guerra, il suo impegno pubblico, civile e politico proseguirà a fianco delle donne e dei lavoratori. Una Resistenza che durerà per tutta la sua vita e continua ancora oggi nella sua partecipazione alla vita pubblica, presenziando a conferenze istituzionali come testimone antifascista e alle testimonianze nelle scuole. “Una volta che si fa una scelta, una volta che si è partigiani, lo si è sempre e per sempre” ci ricorda Luce Battaglia, una donna coraggiosa, un forte esempio per tutti noi e per tutti i giovani che incontra. A loro va il suo pensiero costante, affinché lottino per la libertà e affinché non debba più ripetersi l’orrore del fascismo.
Ciò che Luce ha affidato ai suoi scritti, fiduciosa che vengano letti, apre alla speranza che tutto ciò che lei ha vissuto con estremo coraggio non sia stato invano e che la libertà dal fascismo sia un dovere da perseguire. Sempre. Tutti. Oggi. Grazie di esistere Luce, staffetta partigiana, compagna nostra!
Fonte:
Luce, storia di una partigiana di Luciana Romoli- ed. People edito nel maggio 2022, ristampa settembre 2022, seconda ristampa aprile 2023, terza ristampa settembre 2023
https://www.marx21.it/italia/sulla-xii-disposizione-vecchi-e-nuovi-fascismi
https://www.marx21.it/italia/i-sette-fratelli-cervi-il-racconto-di-un-figlio-parlando-con-adelmo/
Alba Vastano
Giornalista. Collaboratrice redazionale di Lavoro e Salute
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