Per un Mediterraneo di pace, solidarietà, cittadinanza e giustizia sociale
Pubblicato il 23 feb 2015
La seconda Conferenza mediterranea della Sinistra si è conclusa rinforzando la cooperazione nel lavoro comune
La seconda Conferenza mediterranea della Sinistra si è conclusa ieri, 22 febbraio, con una dichiarazione che, oltre ad offrire una analisi esaustiva della complessa situazione in cui i paesi del mediterraneo sono, rimarca le posizioni comuni e l’inizio di un’azione coordinata dei partiti riuniti.
La dichiarazione chiarisce che solo un cambiamento radicale dell’ordine sociale e economico dominante può dare una risposta alla questione della giustizia sociale che cresce nel nord e nel sud del Mediterraneo.
Alcuni degli obiettivi sono avere un Mediterraneo libero da armi nucleari e libero da basi militari della Nato, nonché la difesa e la protezione dell’ambiente e dei beni comuni, come acqua e tutti i servizi pubblici, che dovrebbero essere sotto controllo democratico e popolare. E’ stata anche concretizzata una tabella di marcia con le alternative poste dalla sinistra delle due sponde del mediterraneo su questioni come la Palestina, il Sahara, Cipro e il popolo curdo.
In questo senso la Conferenza Mediterranea della Sinistra ha proclamato il suo sostegno per il riconoscimento dei diritti umani e civili nella regione nel suo complesso, così come alle lotte per porre fine all’occupazione che ancora esiste in tutto il Mediterraneo, difendendo il diritto all’autodeterminazione dei popoli.
Il meeting di tre giorni si è chiuso con la convinzione che è stato un passo in avanti nella cooperazione tra le organizzazioni politiche della sinistra delle due sponde del Mediterraneo.
Esse hanno consolidato l’impegno a rafforzare “la cooperazione tra i nostri partiti, le organizzazioni giovanili e delle donne, i sindacati e attivisti sociale, artisti e intellettuali”.
Tutti si sono congratulati per la speranza che la vittoria di Syriza in grecia rappresenta per tutti, così come per l’esempio curdo di resistenza contro ISIL e della liberazione di Kobane.
Durante la conferenza di Istanbul, i partecipanti hanno discusso le alternative di sinistra per la regione, le strategie delle lotte popolari contro le politiche di austerità e povertà imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali, crescita, giustizia sociale, ecologia e socialismo, su migrazioni, rifugiati e libertà di movimento con eguali diritti a tutti. Anche sulle forze e ideologie reazionarie (fondamentalismo religioso, destra estrema e populista) come un pericolo per la democrazia e armi per spaccare le società.
Il risultato riflesso in questa dichiarazione è di unirsi nella lotta contro il razzismo e la xenofobia e le forze reazionarie, a sostegno dei diritti civili e umani di tutti i migranti, per il secolarismo e contro la discriminazione razziale, religiosa e di genere. E’ stato anche evidenziato che la questione non è un scontro di civiltà, come l’imperialismo tenta di provocare, ma una lotta di classi, a livello nazionale e internazionale.
Il prossimo mese di marzo, durante il Forum Sociale Mondiale, che quest’anno si tiene a Tunisi, comincerà la preparazione per la III Conferenza Mediterranea della Sinistra organizzata dal Partito della Sinistra Europea.
resoconti:
[traduzione M.A.]
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