I malati Sla vincono ancora: 100% di risorse in più all’assistenza domiciliare indiretta

I malati Sla vincono ancora: 100% di risorse in più all’assistenza domiciliare indiretta

La due giorni di protesta dei malati Sla del Comitato 16 Novembre si è conclusa con un successo per tutti i disabili gravissimi d’Italia. Ancora una volta il Comitato ha dimostrato che solo con la lotta, solo scendendo in piazza si ottiene qualcosa, con le chiacchiere il welfare muore. Dopo il presidio di ieri, che si era concluso con un incontro col Ministero dell’Economia, impegnatosi a convocare entro pochi giorni un tavolo interministeriale, allargato a regioni ed associazioni, sul potenziamento dell’assistenza domiciliare indiretta nell’ambito di un piano nazionale per la non autosufficienza, il Comitato è stato ricevuto oggi dal presidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini. Il punto all’ordine del giorno: “aumento del fondo nazionale per la non autosufficienza”. Dopo alcuni momenti di stallo e una evidente difficoltà da parte di Azzollini ad esaudire la richiesta dei malati Sla di incrementare la dotazione del fondo almeno al livello del 2010, cioè a 400 milioni di euro, si è giunti ad un accordo. Il fondo, attualmente a 250 milioni di euro, 275 calcolando la misera aggiunta dell’ultima ora, aumenterà fino a 350 milioni di euro grazie a un emendamento alla legge di stabilità 2014. Le risorse aggiuntive, pari a 75-80 milioni di euro, saranno esclusivamente destinate alle disabilità gravissime, tra cui la Sla, e vincolate all’assistenza domiciliare indiretta. Dunque, un doppio successo per i malati Sla, che ottengono il 100% in più delle risorse per i disabili gravissimi e tutte destinate a quello che rappresenta il loro primo punto di battaglia, la possibilità di restare a casa e farsi assistere da chi vogliono loro. C’è da sottolineare che le risorse non sono certo sufficienti a rispondere alle esigenze di tutte le persone non autosufficienti, ma rappresenta comunque un passo in avanti in una fase storico-politica di grandi salti all’indietro nel campo delle politiche del welfare.


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