Cassa in deroga al collasso: 350mila lavoratori senza sussidio

Cassa in deroga al collasso: 350mila lavoratori senza sussidio

di D.G. – liberazione.it

Mentre il governo si rifiuta di reperire le risorse dove sarebbe giusto e possibile reperirle, pescando nei cospicui forzieri del decile di cittadini che occupano i piani alti dell’edificio sociale, dal Mezzogiorno al Nord industriale, la cassa integrazione in deroga è al collasso. Centinaia di migliaia di famiglie sono rimaste senza redditi, benché sia stato loro promesso che hanno legalmente titolo a questa forma “eccezionale” di sussidio.

Dal distretto del tessile a Como, al commercio nel Lazio, fino all’edilizia in Campania o in Sicilia, sono probabilmente circa 350 mila i lavoratori che subiscono forti ritardi nel versamento degli ammortizzatori in deroga. Il caos su autorizzazioni, versamenti e fabbisogno finanziario sulla Cig in deroga è tale che né l’Inps (che paga) né il ministero del Lavoro (che regola) hanno il quadro completo della situazione. Non si sa quante persone messe fuori dalle imprese non percepiscono più anche solo i soldi per comprare gli alimenti di base. Solo in questi giorni, benché se ne parli da giugno, il governo ha sbloccato 500 milioni per accelerare i pagamenti degli arretrati. Si aggiungono poi 287 milioni dirottati in extremis dai fondi europei per contribuire alla cassa in deroga in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Ma secondo stime (informali) del ministero del Lavoro, solo sul 2013 resta comunque un buco di 330 milioni. In questa fase il costo complessivo della Cig in deroga, secondo stime (ancora unavolta informali) del ministero del lavoro è di tre miliardi l’anno.

In questi mesi sono circa 400 mila le persone in cassa in deroga. Benché tutti gli indicatori economici volgessero al peggio e fosse ampiamente prevedibile un rincrudimento della crisi e delle sue ricadute occupazionali negative, il governo prevedeva al massimo di far fronte a 100 mila cassaintegrati in deroga in ogni dato momento, non quattro volte di più come invece si è verificato. Il contraccolpo sociale che ne è derivato non è dunque il frutto di circostanze imprevedibili, ma di una catastrofe annunciata, prodotto diretto dello stato di abbandono in cui versa l’intero sistema manufatturiero italiano. Le denunce ricorrenti, tanto quelle delle organizzazioni sindacali, quanto quelle delle associazioni imprenditoriali delle imprese minori, artigianali e commerciali, sono state del tutto ignorate e coperte da un ottimismo propagandistico e di maniera con cui si è pensato più ad anestetizzare l’opinione pubblica che a mettere mano a strumenti efficaci di intervento. Ma ora nessun gioco di prestigio può occultare il dramma sociale che sta esplodendo a tutte le latitudini del paese.

Paolo Ferrero (Prc): “E’ inaccettabile che manchino i fondi per finanziare la cassa integrazione in deroga. Il governo metta subito i soldi, lo faccia tagliando le spese inutili come gli F35 e mettendo subito un tetto a stipendi e pensioni d’oro”.


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