La Corte europea condanna l’Ungheria – bambini rom rinchiusi in scuole speciali per ragazzi con disabilità mentali

La Corte europea condanna l’Ungheria – bambini rom rinchiusi in scuole speciali per ragazzi con disabilità mentali

di  Marcella Losco -
L’Ungheria è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani europea per aver rinchiuso bambine rom in scuole per ragazzi con disabilità mentali. La battaglia è stata vinta da due giovani ungheresi rom Istvan Horvath e Andras kiss, obbligati dal governo ungherese a frequentare una scuola speciale per alunni con malattie mentali. I due ragazzi sono stati inseriti in una scuola con handicap mentali perché rom e ritenuti non idonei a frequentare scuole ordinarie. La corte ha ricordato che i bambini e le bambine rom sono presenti in percentuale eccessiva nelle scuole speciali, a causa di errate diagnosi sulla presunta disabilità mentale e valutati in conformità a test antiquati e viziati da pregiudizi culturali.  “Uno pensa che impartire l’ educazione ai bambini nelle scuole speciali solo a causa della loro etnia sarebbe inimmaginabile in Europa nel 2013. – ha dichiarato Amnesty International – Invece è qualcosa che accade spesso. L’ educazione speciale è a un vicolo cieco. I governi devono rendersi conto che fino a quando esisteranno sistemi educativi paralleli basati sulla razza, ai bambini e alle bambine rom saranno negate le loro opportunità.  “I due ricorrenti – si legge nella sentenza della Corte Europea – erano isolati dai bambini e dalla popolazione nel suo complesso, l’istruzione ricevuta ha peggiorato le difficoltà e compromesso il loro sviluppo, invece di aiutarli a integrarsi nelle scuole ordinarie e sviluppare le capacità che avrebbero facilitato la loro vita tra la maggioranza della popolazione”.   Casi come quello dei due giovani ungheresi sono già noti alla Corte Europea dei diritti umani che condivide “l’inquietudine delle altre istituzioni del Consiglio d’Europa, preoccupate per i programmi scolastici seguite in queste scuole, e soprattutto per la segregazione che tale sistema genera”. Recentemente la Repubblica Ceca e la Grecia sono state condannate dalla Corte per non aver integrato nelle scuole ordinarie bambini rom.   “L’Ungheria – ha rilevato la Corte – “ha lo specifico obbligo positivo di evitare il perpetuarsi della discriminazione del passato o di pratiche discriminatorie che si celano in test presuntamente neutrali”.  La segregazione scolastica – ha commentato Fotis Filippou- coordinatore della campagna Amnesty International sull’Europa e area centrale – “E’ il risultato di un diffuso pregiudizio e di una discriminazione che affonda le radici nella storia. L’apartheid educativo – non solo ha un effetto disastroso sul futuro dei bambini e delle bambine rom ma alimenta il razzismo e l’ intolleranza nei loro confronti. E’ un male per tutta la società. La sentenza della Corte è un ulteriore campanello di allarme per i governi europei. Non c’è tempo da perdere. Occorre finirla di condannare migliaia di bambine e bambine rom a una vita povera, emarginazione ed esclusione”.  Negli ultimi anni casi di razzismo e antisemitismo sono stati registrati in Ungheria che recentemente ha criticato l’Italia per aver acceso le luci del Colosseo il 27 gennaio, per commemorare la giornata internazionale dell’Olocausto.”. Essi possono spegnere le luci della torre Eiffel a Parigi, la Casa Bianca a Washington o il muro del Pianto a Gerusalemme o le luci del Colosseo, – ha dichiarato Janos Volner, il vice capo del gruppo parlamentare di Jobbik- Jobbik con le sue politiche continuerà a rappresentare gli interessi del popolo ungheresi indifesi”.


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