Dai campi di sterminio, allo sterminio dei campi. Invasione dei No Ogm

Dai campi di sterminio, allo sterminio dei campi. Invasione dei No Ogm

 - liberazione.it – Pordenone, in duecento portano una zolla di terra “buona” nel podere Fidenato. “Dai campi di sterminio, allo sterminio dei campi”. Erano almeno in duecento, ieri mattina (1 settembre, ndr), a scavalcare le staccionate dell’unico campo di mais ogm in Italia. In duecento hanno oltrepassato il valico della proprietà di Fidenato e depositato ognuno una zolla di terra, simbolo della biodiversità compromessa dalla monocultura intensiva.
E’ successo dalle parti di Vivaro, in provincia di Pordenone, in una manifestazione di protesta indetta dal comitato per la Biodiversità con Rifondazione comunista, gli anarchici di Iniziativa libertaria, gli agricoltori di “Coltivare condividendo” da Feltre, i grillini, il Gap di Pordenone, l’Arci “Tina Merlin” di Montereale Valcellina e i triestini della Casa delle culture più i centri sociali del Nordest per contrastare l’ultima di una lunga sequela di aggressioni all’ambiente e alla salute dei cittadini a vantaggio delle lobby di mercato avallate e patrocinate dal governo.
In nome di un’agricoltura sostenibile e della sovranità alimentare, hanno portato il proprio segno per sovrastare l’impronta lasciata dalla Monsanto. Il Friuli Venezia Giulia è la prima Regione, ad aver modificato la legge regionale che vietava la coltivazione degli OGM, introducendo le clausole per la coesistenza tra le colture. La “clausola di coesistenza” non è altro che la legittimazione dell’incursione nel Friuli delle multinazionali, normalizza la sperimentazione brevettata di Ogm in territori ospitanti anche prodotti di agricoltura biologica.
E’ stata denunciata la connivenza esercitata scrupolosamente da parte del governo che, pur dichiarandosi a favore della decontaminazione dei campi ogm, ignora gli strumenti legislativi a propria disposizione e proclama, in luogo alle prerogative che escludono qualsiasi potere retroattivo, l’inattuabilità di misure restrittive sulla falsa riga di quelle adottate dalla Svizzera, che senza menomare la ricerca, tutelano l’ambiente.

 


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