
Ingroia infierisce: pronti al dialogo ma il Pd molli Monti
Pubblicato il 9 feb 2013
d.p. -
«Non ci siamo mai sottratti al dialogo con il Pd, ci rivedremo in parlamento per capire se si può riaprire il confronto per un governo di centrosinistra senza Monti. Non saremo mai in una coalizione con il premier». Antonio Ingroia sa che l’alleanza fra Pd e rosso-arancioni allo stato è fantascienza, ma va a caccia dei voti della sinistra e così trasforma le aperture di Bersani a Monti in assist per Rivoluzione civile. Gli risponde male Dario Franceschini, via twitter: «Ingroia offre i suoi voti al senato. Non si ingannano così gli elettori: col porcellum per eleggere almeno un senatore bisogna superare l’8 per cento». La controreplica: «In molte regioni supereremo l’8, e tu lo sai».
Alla vigilia del black out dei sondaggi, la competizione fra sinistra e centrosinistra si fa durissima. Vendola ripete la sua incompatibilità con Monti, almeno in un accordo di governo, e espone le sue credenziali: «Quando governeremo il paese, Sel sarà garanzia di stabilità e governabilità. Se imboccheremo la strada della giustizia sociale saremo garanzia che la legislatura durerà fino alla fine». Bersani oggi sarà a Torino, ospite della fondazione dalemiana Italianieuropei per ricevere l’appoggio dei progressisti di tutta Europa (tra gli altri ci saranno il presidente dell’europarlamento Schulz, quello del Pse Stanishev, il leader della Spd tedesca Gabriel, il presidente Hollande manderà un videomessaggio). Il candidato del centrosinistra stavolta non cinguetta con Monti ma torna a rivolgersi alla sinistra, la parte dell’elettorato che lui stesso sta sfiduciando: «Il primo consiglio dei ministri deve pensare a chi non ha da mangiare. Bisogna dare la copertura agli ammortizzatori, e pensare a chi aspetta i soldi da novembre».
Il Pd, preoccupato per la tendenza non lusinghiera dei sondaggi, sfodera l’arma Renzi. Ieri il sindaco di Firenze ha tenuto due iniziative a Napoli, capitale arancione retta da Luigi De Magistris, alle prese con il profondo rosso delle casse della città. Da lì Renzi ha attaccato: «Ogni voto dato a uno schieramento che è destinato a non governare è buttato via. Se Ingroia continua così, ci manda a sbattere. E devo dire che la sinistra radicale ha una grande tradizione in questo senso: ci ha fatto sempre perdere». Stavolta replica il verde Bonelli: «Renzi parla come D’Alema, si è omologato alla vecchia classe dirigente del Pd che cerca di prendere in giro gli elettori con questa baggianata del voto utile che serve solo a coprire l’alleanza di Bersani e Vendola con Monti». Un’alleanza che, dice Ferrero (Prc) «c’è già. Quando siamo andati a discutere con il Pd e ci è stata proposta la desistenza noi abbiamo avanzato una sola richiesta: Bersani vada in tv e dica che non farà accordi con Monti dopo le elezioni. Davanti a questa richiesta loro non hanno risposto».
il manifesto 9 febbraio 2013
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