
Crisi, Bankitalia: Il costo del lavoro non c’entra
Pubblicato il 15 lug 2013
Nell’industria italiana “la perdita di produzione ha assunto dimensioni preoccupanti” e “in tutti i comparti industriali i livelli produttivi sono inferiori a quelli precedenti la crisi”. E’ l’estrema sintesi di un ampio studio di Bankitalia sul sistema industriale italiano. “Dall’ analisi -è scritto- emerge un quadro di diffusa debolezza”. Il costo del lavoro, “se valutato al netto della tassazione – spiega lo studio – non risulta un fattore di freno primario per la competitività delle imprese italiane” mentre “i costi dell’energia e una pressione fiscale molto elevata sull’economia regolare rendono più difficile alle imprese competere”.
La crisi ha appesantito le difficoltà del Made in Italy innestandosi su una tendenza di più lungo periodo. Il tessile e le calzature hanno mostrato dall’aprile 2008 un calo del 30,7 e del 39,3% ma se si sale alla seconda metà degli anni novanta è il calo è del 50-70%.Vi sono buone ragioni per dubitare che il destino dell’industria italiana sia segnato. Il suo declino – spiega la ricerca – non è irreversibile, purché le imprese sappiano trasformarsi. Un gran numero di imprese riesce ad essere competitivo in un contesto meno favorevole di altri”.
Sostieni il Partito con una
Appuntamenti