Ofer Cassif: “Con il genocidio a Gaza: c’è da aspettarsi attacchi”

Ofer Cassif: “Con il genocidio a Gaza: c’è da aspettarsi attacchi”

di Riccardo Antoniucci

“Quanto è successo a Gerusalemme è terribile. Lo spargimento di sangue israeliano e palestinese è continuo e va fermato. Però è nella realtà dei fatti che ciò succede mentre stiamo commettendo un genocidio. Dove c’è oppressione, c’è resistenza”.

Ofer Cassif, deputato comunista alla Knesset (con lo storico partito Hadash), non ha paura della censura e di schierarsi contro corrente rispetto all’opinione pubblica in Israele. Le sue posizioni gli sono costate 288 giorni di sospensione dal parlamento in due anni, un tentativo di impeachment fallito per soli 4 voti, insulti e aggressioni per strada. “Se vogliamo evitare gli attentati, dobbiamo fermare l’occupazione in West Bank e il genocidio a Gaza”.

È naufragato l’ennesimo tentativo negoziale, l’Idf avanza a Gaza City, la guerra si può ancora fermare?

Non è una guerra, è un genocidio. L’obiettivo del governo è sempre lo stesso dal giorno uno e non ha nulla a che fare con la sicurezza degli israeliani o il ritorno degli ostaggi, che tutti vogliamo vedere a casa. È la messa in pratica dei progetti genocidi di Bezalel Smotrich e soci, esposti già nel 2017: occupare i territori palestinesi, espellere gli abitanti e uccidere chi resiste. Il governo usa il terribile massacro del7 ottobre come una scusa per realizzare questi piani. L’ho detto in un’intervista il 9 ottobre 2023, mi è costato 45 giorni di sospensione.

Alla Knesset posizioni come le sue non si possono esprimere?

Israele sta diventando una dittatura fascista. La violenza è quotidiana contro chi protesta, inclusi i familiari degli ostaggi, la polizia è diventata una milizia privata nelle mani del ministro fascista Itamar Ben-Gvir, Netanyahu controlla l’esercito e presto controllerà lo Shin Bet con un suo uomo. Due settima ne fa, in piazza sono stato quasi linciato e la polizia è rimasta a guardare. La libertà di espressione è limitata, non solo contro i palestinesi israeliani, ma anche contro gli ebrei democratici, arrestati per un posto perché mostrano foto dei bambini uccisi a Gaza. Artisti, accademici e giornalisti hanno paura di parlare.

È cambiata la natura delle proteste?

I rapporti di forza interni stanno cambiando. All’inizio, le manifestazioni si concentravano sulla sorte degli ostaggi e dei soldati, eravamo una dozzina o poco più ad aggiungere a queste giuste rivendicazioni anche il tema del massacro dei palestinesi. Oggi siamo migliaia. I giornalisti mostrano le immagini di Gaza, le organizzazioni dei lavoratori e gli intellettuali come David Grossman cominciano a parlare di genocidio. Non hanno alcuna influenza sul governo, autistico ed estremista, ma sul lungo periodo sono ottimista anche per le pressioni internazionali.

Le elezioni dell’anno prossimo manderanno a casa Netanyahu?

Ci proveremo, stiamo lavorando a una lista unitaria. Ma buona parte dell’opposizione condivide i piani di occupazione e di discriminazione dei palestinesi. Vedremo poi se le elezioni si terranno: non c’è dubbio che Netanyahu e i bigotti suoi alleati proveranno a ritardarle, che sguinzaglieranno le loro milizie e i coloni per intimidire la popolazione. Già così le ele zioni non sono democratiche, visto che metà della popolazione, i palestinesi, non votano. In più, c’è una proposta di legge della destra in Parlamento per revocare a me e altri il diritto di venire eletti.

Come vede il movimento di solidarietà internazionale con la Palestina?

La Global Sumud Flotilla? È un’iniziativa nonviolenta, umanista e contro il genocidio, per questo la incoraggio. In Israele se ne parla poco, ma quando arriveranno vicino alle acque di Gaza e saranno arrestati finirà in prima pagina. Aggiungo che una delle cose peggiori da fare è generalizzare la società israeliana (come tutte le altre). In Israele c’è una resistenza, ed è importante che voi all’estero la sosteniate.

fonte: IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Settembre 2025


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