
Ancora una stretta securitaria proposta dalla maggioranza di governo: questa volta si vuole limitare il diritto a manifestare in sostegno al popolo palestinese
Pubblicato il 18 ago 2025
Negli scorsi giorni è stato incardinato nella commissione Affari Costituzionali il progetto di legge a firma del leghista Massimiliano Romeo.
Il progetto di legge prevede tre articoli di cui due sono quelli a mettere più in allarme:
Il secondo articolo del testo parla di una serie di misure volte al contrasto dell’antisemitismo. Misure che vanno dell’istituzione di una banca dati degli episodi di antisemitismo che avvengono nel nostro paese all’istituzione di precise linee guida per combattere il linguaggio antisemita sui social network.
Il terzo articolo invece prevede il “diniego all’autorizzazione di una riunione o manifestazione pubblica per ragioni di moralità che può essere motivato anche in caso di valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge» (citazione diretta del testo)
Il problema di fondo su trova nella definizione di antisemitismo che la disposizione utilizza: la definizione data nel 2016 dall’International Holocaust Remembrance Alliance, nella quale vengono avvicinati i concetti di antisemitismo ed antisionismo, andando ad addurre che talune critiche allo stato di israele siano riconducibili ad una matrice antisemita. Critiche fra le quali vi è l’accusare israele di perpetrare il razzismo tramite le proprie politiche.
Questo progetto di legge si va ad assommare alla legge sicurezza (ex ddl 1660) nella matrice repressiva data da questo governo.
Qui però vi è sia una evidente lesione della libertà di critica verso uno stato ed il suo governo, sia del diritto a riunirsi e manifestare contro le politiche genocidiare dell’entità sionista.
La vaghezza della norma porterà all’assoluta arbitrarietà delle questure locali nel concedere o meno la possibilità di manifestare.
Come Giovani Comunisti/e ci opponiamo fortemente a questa deriva di assimilazione tra antisemitismo ed antisionismo volta a bloccare la solidarietà con il popolo palestinese.
Paolo Bertolozzi, Coordinatore nazionale Giovani Comunisti/e
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