
Genova, Rifondazione: Ponte Morandi, le responsabilità di Meloni e La Russa
Pubblicato il 14 ago 2025
Nel settimo anniversario della strage del Ponte Morandi rivendichiamo con orgoglio di essere stati l’unico partito a opporsi alla privatizzazione delle autostrade. Lo facciamo per sottolineare l’ipocrisia del finto cordoglio dei privatizzatori che portano la responsabilità politica del crollo e della buonuscita miliardaria che hanno ricevuto gli azionisti della società che non ha garantito la sicurezza. Ribadiamo che il crollo del Ponte Morandi è stata una strage causata dalla sciagurata privatizzazione delle autostrade voluta dal centrosinistra e dalla destra. Ai privati furono garantite concessioni con regole tutte a loro favore e una totale assenza di controlli. Chi era stato responsabile della mancata manutenzione del ponte alla fine è stato persino premiato con una montagna di soldi. Fu il governo Berlusconi a approvare per legge le convenzioni e a inserire persino una clausola assurda che garantiva in qualsiasi ipotesi di scioglimento del rapporto concessorio l’indennizzo per il concessionario. La norma salva-Benetton fu votata all’epoca del quarto governo Berlusconi che annoverava tra i ministri Giorgia Meloni, Ignazio la Russa, Raffaele Fitto, Bernini, Calderoli, Carfagna e Gelmini. Ed è stata proprio questa clausola assurda che ammorbidì il parere della commissione di esperti incaricati dal ministro Toninelli che qualificarono in termini di inadempimento la condotta di ASPI ma consigliarono cautela rispetto alle conseguenze finanziarie nel caso di una pur sacrosanta risoluzione unilaterale. Sulla base di questa norma berlusconiana del 2008 i governi Conte 2 e Draghi, invece di riprendersi la concessione, decisero di ricomprare per 9,5 miliardi le quote della società concessionaria Atlantia. Si può discutere se vi fossero i margini per una scelta diversa, ma è sicuro che grazie alla norma voluta dal governo Berlusconi la politica ha arricchito i Benetton anche dopo la strage. Le 43 vittime sono state ammazzate due volte perché l’asservimento della politica ai gruppi economici privati è proseguita anche dopo il crollo nonostante siano emerse dalle indagini evidenti prove della mancata manutenzione.
Il crollo del Ponte Morandi è il simbolo del fallimento delle privatizzazioni e della subalternità della politica di centrosinistra e centrodestra agli oligarchi della nostra economia.
Quello delle autostrade è stato un gigantesco furto ai danni del popolo italiano, un simbolo del saccheggio del patrimonio pubblico e dei beni comuni dell’ultimo trentennio.
Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e tanti altri responsabili politici di quel disastro oggi ostentano il cordoglio senza la dignità di chiedere scusa per le proprie responsabilità.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Jacopo Ricciardi, segretario regionale Liguria, Gianni Ferretti, segretario federazione Genova del Partito della Rifondazione Comunista
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