
La destra transfobica attacca ancora una volta la comunità queer
Pubblicato il 7 ago 2025
È salita all’onore delle cronache di questi giorni la presentazione del ddl “disforia”. La bozza, appunto, circolata sulla stampa illustra un disegno di legge regressivo ed ideologico, integrale al progetto meloniano di limitazione della comunità e di repressione dell’identità di genere non conforme al Ciseteropatriarcato.
Ecco che, quindi, emerge la volontà di costringere i corpi queer nel binarismo di genere sotto le mentite spoglie di una norma per regolamentare efficacemente la somministrazione di bloccanti (ed ormoni). Qui si cela un progetto retrivo e bigotto di gatekeeping dellз pazienti giovani che si somma alla misdiagnosi per “disforia di genere”, già abbondantemente criticata dalla comunità scientifica, dallз attivistз per i diritti umani ed in particolare dalla comunità trans/non-conforme.
Perciò, se la disforia di genere quale psicopatologia è ormai una terminologia obsoleta e problematica, rivangarla in un sistema di sorveglianza farmacologica legittima la medicalizzazione dell’identità delle persone e dei loro corpi, nonostante la disforia stessa sia stata declassata da disturbo mentale a condizione di salute sessuale, proprio perché la prassi clinica imponeva il controllo della psichiatria e psicologia sul percorso di transizione, che è, sul piano terapeutico, seguìta da endocrinologhз e sul piano umano, è un passaggio cruciale di e verso l’autodeterminazione di genere dell’individuə.
Come comunistз, reputiamo fondamentale diritto umano quello alla salute, ma aperto, gratuito, democratico, decostruito e rispettoso della scienza e delle necessità dellз pazientз, ossia tutto ciò che tale disegno dimostra di NON essere perché:
- impone l’equiparazione fra bloccanti ed ormoni, cioè due terapie molto differenti sia per diversità di diagnosi, sia per età.
- Stringe ancora di più la cinghia sul percorso con somministrazione di bloccanti, spesso prescritti senza diagnosi a persone in età puberale ed ora sottoposti ad una trafila medicalizzante ed avvilente, come il parere di psicologhз, psicoterapeutз e/o psichiatrз.
- Istituisce un registro di controllo delle somministrazioni farmacologiche che segnala dati sensibili e prestazioni effettuate. De facto, una schedatura dellə pazientə in transizione al caro prezzo dei fondi per la salute mentale, di per sé dissestata da tagli e spending review.
Pertanto, noi Giovani Comunistз e il partito della Rifondazione Comunista rigettiamo totalmente questo disegno e partecipiamo all’agitazione popolare della comunità queer per un Servizio Sanitario e diritto alla salute realmente inclusiva e democratica e per la liberazione sessuale e di genere.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Gianmarco Mereu, GdL Salute Mentale Giovani Comunistз
Ilaria Falossi, Responsabile LGBTQIA+ Giovani Comunistз
Rosa Rinaldi, Responsabile Sanità PRC
Silvia Conca, Responsabile Intersezionalità PRC
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