
Licenziati, arretrati più difficili: regalo della destra alle aziende
Pubblicato il 19 lug 2025
di Roberto Rotunno -
Stipendi arretrati, straordinari non pagati, impieghi sottopagati attraverso l’uso di contratti pirata: da ora in poi, per le aziende italiane sarà molto più facile farla franca quando non verseranno quanto dovuto ai loro lavoratori. Un emendamento inserito furtivamente da Fratelli d’Italia nel decreto Ilva sta per fare un grosso favore alle imprese, con grave danno ai lavoratori: renderà molto più stringenti i termini di prescrizione per reclamare i crediti da lavoro. Per i crediti da lavoro – così si chiamano indennità, ferie non godute, straordinari e altri trattamenti retributivi dei dipendenti – oggi i lavoratori possono agire in Tribunale entro cinque anni dalla cessazione del rapporto. La norma voluta dal partito di Giorgia Meloni, invece, stabilisce che questi cinque anni iniziano già “in costanza del rapporto di lavoro”. Quindi i lavoratori saranno costretti a fare causa al proprio datore mentre ancora sono in servizio presso l’azienda, con tutte le prevedibili conseguenze del caso, a partire dal rischio di ritorsioni.
LA NORMA ATTUALE tutela i dipendenti – contraenti deboli del rapporto di lavoro –perché fa partire la prescrizione dopo il licenziamento (o le dimissioni); la disciplina in vigore permette di evitare di dover fare causa al datore e funge anche da disincentivo ai licenziamenti. Un imprenditore che sa di avere debiti pregressi con il dipendente, infatti, sarà meno propenso a mandarlo a casa, perché poi questo – non avendo più nulla da perdere –avrà cinque anni per far valere i suoi crediti pregressi. Fratelli d’Italia vuole ribaltare l’attua le meccanismo e portarlo tutto a favore delle imprese. La prescrizione dei crediti dalla cessazione del rapporto di lavoro è una novità introdotta dalla giurisprudenza grossomodo dopo la legge Fornero del 2012. Prima di quell’anno, infatti, c’era l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e le tutele in caso di licenziamento erano molto forti; i giudici ritenevano allora equo far partire la prescrizione in costanza di rapporto. Un orientamento seguito sin dai primi Anni70. Ora però che, con la legge Fornero e il Jobs Act, le protezioni sono diventate più scarse, i giudici hanno modificato orientamento, sposando quello più favorevole ai lavoratori. L’emendamento FdI non si limita a questo: dice anche che se un lavoratore invia una lettera al datore per rivendicare i suoi crediti, sarà costretto ad agire in giudizio entro 180 giorni dalla lettera –a prescindere dai cinque anni di prescrizione – altrimenti sui suoi crediti interverrà la decadenza. Una norma che mette ancora più fretta e soggezione ai lavoratori. E ancora, un’ulteriore novità voluta da Fdi renderà più convenienti i contratti pirata. Infatti, se un lavoratore si vede applicato un accordo collettivo da 5 euro l’ora, e vuole chiedere l’ade guamentodel suo salario, dovrà inviare una lettera al suo datore e, se poi agirà in giudizio, otterrà solo le differenze retributive successive alla data in cui ha inviato la lettera. I giudici, inoltre, potranno dar ragione al lavoratore solo in caso di “grave” inadeguatezza della paga. Una sorta di “rottamazione”dei crediti da lavoro, con un sistema incredibilmente sproporzionato a favore delle imprese.
“Se l’emendamento dovesse essere approvato – spiega Carlo Guglielmi, legale e componente del direttivo di Comma2, associazione che riunisce un gruppo di avvocati del lavoro – i lavoratori, nonostante siano ormai privi di tutele reali contro il licenziamento, dovranno comunque richiedere gli stipendi non correttamente pagati anche“ in costanza di rapporto di lavoro” con la sanzione – in caso non abbiano la forza di farlo – di perderli definitivamente”. Il legale ricorda che la norma penalizzerà 20 milioni di lavoratori dipendenti: “Ciò quantomeno fa necessaria e definitiva chiarezza sui valori e la cultura giuridica di questa maggioranza”, conclude. M5S e Pd invocano l’intervento della ministra del Lavoro, Marina Calderone. “Faremo le barricate”, dicono i 5Stelle. “La destra – ha detto Maria Cecilia Guerra (Pd) non vuole lavoratori ma schiavi”. Secondo Maria Grazia Gabrielli, della segreteria Cgil, “oltre all’attacco ai più elementari diritti dei lavoratori la norma appare manifestamente incostituzionale e andrebbe già ora dichiarata inammissibile”. La Uil parla di attacco diretto ai lavoratori; il sindacato di base Cub lo ritiene un’emergenza democratica. Nessuna reazione, ovviamente, da parte della Cisl.
fonte: Il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2025
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