STOP REARM EUROPE

STOP REARM EUROPE

Non c’e’ un attimo di pace:

i paesi nato accettano di alzare le spese militari al 5% del pil, sarà una ecatombe per i diritti sociali, per i servizi pubblici, per l’ambiente e il lavoro.

Guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo uccidono diritti, vita e futuro.
Solo insieme possiamo farcela, la convergenza prosegue, la mobilitazione è permanente.

Nota dopo la riunione di Stop Rearm Europe del 25 giugno, prossima riunione l’8 luglio alle ore 18:00 a questo link.

Il grande corteo dei centomila del 21 giugno Stop Rearm Europe era appena finito, quando gli USA hanno bombardato l’Iran a sostegno della guerra scatenata da Israele, portando il mondo sull’orlo della guerra globale. Ieri, con il cessate il fuoco annunciato da poco, i paesi membri della Nato, con l’eccezione della Spagna, hanno accettato il diktat di portare al 5% le proprie spese militari. E intanto il genocidio a Gaza prosegue, sempre più crudele.

Non c’è un attimo di pace. Non possiamo fermarci. La mobilitazione prosegue. Il percorso di convergenza iniziato il 21 giugno è una forza e una risorsa per tutti e tutte, per avere più voce e più forza, per resistere in questi tempi tremendi. La convergenza ha già dimostrato in queste ore le sue potenzialità, con le circa 30 iniziative coordinate in tante città italiane “Fermiamo la guerra globale” organizzate in pochissime ore, die-in e presidi che continuano ad aggiungersi di ora in ora. La petizione che abbiamo lanciato ha raccolto già 2500 firme. Andiamo avanti insieme, in tutti i territori.

La prima parte della riunione di ieri è stata dedicata all’aumento delle spese militari al 5% appena deciso dalla Nato. La seconda parte a valutazione e prospettive della convergenza. Qui trovate:

  1. primi dati utili sul 5% del PIL in spese militari comunicati ieri nella riunione (grazie a Ferma il Riarmo e Transform per la socializzazione di competenze)
  2. calendario, iniziative già previste e proposte di iniziativa immediata contro l’aumento delle spese militari
  3. prime riflessioni e proposte per proseguire e allargare la convergenza, e strumenti della comunicazione
  4. invito a contribuire, anche con piccole somme, alle spese della convergenza

1) SPESE MILITARI AL 5% DEL PIL: CHE VUOL DIRE.

E’ surreale: da quanto è stato eletto, Trump ha dichiarato più volte di voler lasciare l’Europa al suo destino e lo ha dimostrato più volte, aumentando i dazi e lasciando all’oscuro i paesi europei sui piani di attacco all’Iran. I paesi europei, invece che approfittarne per rompere la gabbia atlantica, ieri si sono di nuovo inchinati ai suoi voleri, e hanno accettato il diktat di alzare al 5% la spesa militare in dieci anni. L’eccezione della Spagna dimostra che non era obbligatorio, dire di sì.

Il 3,5% del PIL dovrà andare a investimenti in armi, mezzi, munizioni, costi operativi, stipendi e pensioni, spese per le missioni internazionali e sostegno militare all’Ucraina.
L’1,5% del PIL sarà per spese per la sicurezza nazionale: infrastrutture (strade, ferrovie, ponti, porti), cybersicurezza, difesa delle frontiere e altro ancora.

Mentre nell’1,5% per la sicurezza nazionale sarà possibile conteggiare spese già programmate o a doppio uso anche civile, la vera sfida impossibile è quella del 3,5% di spese militari pure, per le quali andranno reperite risorse nuove nel bilancio dello Stato.

Per l’Italia, ci vorranno quasi due punti di PIL per arrivare al target del 3,5%. In valore assoluto significa che, per portare in dieci anni la spesa militare annua dagli attuali 35 miliardi agli oltre 100 miliardi, cioè per triplicarla, dovranno essere reperite ogni anno in manovra nuove risorse finanziarie nell’ordine dei 6-7 miliardi, ogni anno per dieci anni.
Questo si traduce in un impegno cumulativo decennale di spesa per l’Italia di quasi 700 miliardi di euro. Una cifra folle, irraggiungibile e inimmaginabile.

Servirà in gran parte a comperare sistemi d’arma dall’estero, principalmente dagli Stati Uniti. Non servirà ad aumentare l’occupazione anche di fronte alla preannunciata riconversione in chiave bellica del sistema produttivo, perché le cifre dimostrano che nel settore bellico aumentano i profitti ma diminuisce l’occupazione.

La flessibilità concessa ai singoli alleati Nato sul percorso finanziario da seguire per arrivare all’obiettivo finale, con l’assenza di target di spesa annuali da rispettare ma che comunque deve essere “incrementale” e “credibile”, lascia al governo la possibilità di rinviare il grosso degli aumenti di spesa, ma questo non cambia la sostanza di un impegno finanziario cumulativo decennale che supererebbe comunque i 600 miliardi.

In generale, per l’Europa tutta, questa scelta è una una vera e propria sciagura destinata a distruggere quel che resta del modello sociale europeo.

I paesi dell’Unione Europea spendono attualmente circa il 2% del PIL in armi, intorno ai 320 miliardi. Il 5% farebbe salire questa cifra a 750 miliardi annui.

Il piano Rearm Europe consente una flessibilità fiscale di 650 miliardi totali in 4 anni per l’insieme dei paesi della UE: sarà possibile cioè sforare i limiti di indebitamento per questa cifra, ovviamente garantendo poi il rientro. E in più sono previsti 150 miliardi di prestiti. Solo per 4 anni. E’ niente, rispetto a quanto i paesi europei nel loro insieme dovranno spendere dopo la decisione di ieri: in dieci anni, si tratta della vertiginosa cifra di 4.000 miliardi.

E’ il più grande stravolgimento fiscale del dopoguerra. La fine definitiva del modello sociale europeo. E infatti il Fondo Monetario Internazionale ha ieri dichiarato che non c’è altra via: o nuove tasse o nuovi tagli ai bilanci. Sarà una ecatombe di diritti sociali, di servizi alle persone e alle comunità, di fondi per gli Enti Locali, di investimenti per il sociale, l’ambiente e il clima, il lavoro, la salute, la scuola, la formazione, la cultura.

2) INSIEME, DOBBIAMO FERMARLI, O SARA’ UN ECATOMBE PER I DIRITTI E LA VITA

La decisione di ieri impatterà direttamente e pesantemente sulla vita delle persone e delle comunità. Abbiamo tempo fino alla prossima legge di bilancio, il cui percorso inizierà formalmente a metà ottobre, per costruire la più grande opposizione popolare a questo piano sciagurato.

Ci impegniamo a costruire un grande piano di comunicazione sociale semplice, immediato, efficace. Servirà a contrastare la disinformazione che già è tanta in queste ore, e che cerca di minimizzare l’impatto sociale del piano di riarmo. Le competenze ci sono, sono forti e consolidate: Ferma il Riarmo, le altre campagne italiane e quelle europee e globali dedicate. E, appena pronto, vi invieremo un kit di strumenti utili per conoscere, far conoscere, informare costruito in sinergia con Ferma il Riarmo. Intanto, qui trovate una prima nota di Francesco Vignarca con una tabella sui terrificanti aumenti previsti.

Questo piano va contrastato a tutti i livelli: locale, nazionale e territoriale.

Sul livello locale, è importante che tutte le iniziative, le manifestazioni, gli eventi, i campeggi già in programma in questi giorni e nei mesi estivi siano occasioni per denunciare questa scelta. E costruire occasioni specifiche di informazione, discussione e mobilitazione.

E’ stata avanzata la proposta di costruire ordini del giorno per gli Enti Locali, anche nella forma di delibere di iniziativa popolare, per opporsi al piano di riarmo e ai tagli che subiranno le amministrazioni locali per i servizi essenziali alle comunità.

Sul livello europeo, fondamentale è il ruolo della campagna europea Stop Rearm Europe, di cui la nostra convergenza fa parte, per costruire una opposizione continentale al riarmo e alla preparazione della guerra.

A livello nazionale, nel percorso verso la legge di bilancio ci sono già due iniziative già previste:

  • “Addio alle Armi”, l’Altra Cernobbio del 5/6 settembre 2025, organizzata da Sbilanciamoci e Rete Pace e Disarmo, che quest’anno sarà in forma assembleare e l’invito è rivolto a tutti e tutte
  • la Marcia Perugia Assisi, che si terrà il 12 ottobre 2025, proprio alla vigilia dell’inizio del percorso della legge di bilancio: la Fondazione Perugia Assisi che la organizza e fa parte della nostra convergenza ha più volte dichiarato la sua totale disponibilità a ospitare e valorizzare un grande spezzone di Stop Rearm Europe.

A Pisa, le organizzazioni di Stop Rearm Europe stanno discutendo di organizzare una manifestazione alla base di Camp Derby alla metà di luglio. Chiedono il sostegno e la collaborazione di tutta la convergenza, per dare carattere nazionale alla mobilitazione. Aggiornamenti arriveranno nei prossimi giorni.

3) ATTRAVERSO LA MOBILITAZIONE, CONSOLIDIAMO E ALLARGHIAMO LA CONVERGENZA

Il 21 giugno è stato un primo passo importante, realizzato grazie all’impegno e alla convinzione di tutti e di tutte, per ricostruire una casa comune contro la guerra, il riarmo, il genocidio, l’autoritarismo.

Con i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza, è una base importante su cui andare avanti, e che sarebbe un delitto disperdere. Non si tratta solo, ed è già molto, di consolidare uno spazio di collaborazione fra organizzazioni e reti. Si tratta di ricostruire uno spazio pubblico accogliente per le persone che ancora non trovano il modo di scendere in campo.

Ciascun soggetto della convergenza discuterà come continuare il proprio investimento in questa scommessa comune, e insieme decideremo cosa faremo insieme.

Intanto, alcune proposte per proseguire il percorso sono già emerse:

  • rafforzare la convergenza Stop Rearm Europe a livello locale, come luogo di raccordo fra tutti i soggetti impegnati nel territorio
  • organizzare a fine settembre una grande assemblea nazionale a Roma
  • partecipare alle iniziative già previste e già citate sopra (Altra Cernobbio, Marcia Perugia Assisi, possibile manifestazione a Camp Derby)
  • pensare a una giornata di sciopero sociale della cittadinanza

comunicazione

Nei prossimi giorni vi arriverà una mail specifica sulla comunicazione della convergenza. Qui solo alcune anticipazioni:

  • abbiamo un sito www.stoprearmitalia.it
  • il sito permetterà, con modalità molto semplici, di dare visibilità a iniziative organizzate nei territori o dalle organizzazioni aderenti
  • la comunicazione social di Stop Rearm Europe, oltre che le iniziative comuni, valorizzerà in modo regolare e insieme le iniziative organizzate dagli aderenti alla convergenza
  • si chiede collaborazione a chi gestisce i social media delle organizzazioni e delle reti aderenti

4) INVITO A CONTRIBUIRE, ANCHE CON PICCOLE SOMME, ALLA VITA E ALL’AUTONOMIA DELLA CONVERGENZA.

Siamo tanti e tante, se ciascuno contribuisce anche con una piccola somma, possiamo garantire le spese necessarie a tenere viva e autonoma la convergenza.
L’IBAN su cui contribuire è:

BPER Banca:
IT25C0538712923IB0002192597
Mazzoni Elena
Paese: IT
CIN/EU: 25
CIN/IT: C
ABI: 05387
CAB: 12923
Numero C/C: IB0002192597
BIC/SWIFT: BPMOIT22XXX

A presto, buon lavoro e buona lotta a tutti e tutte. Ci vediamo l’8 luglio alle 18:00 a questo link.

Il comitato organizzatore

stoprearmqr

23-1


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