Rifondazione; l’Occidente ricorda la Giornata Mondiale del Rifugiato distruggendo l’UNRWA

Rifondazione; l’Occidente ricorda la Giornata Mondiale del Rifugiato distruggendo l’UNRWA

Tra le infinite ragioni per cui ritrovarci domani in piazza a Roma, a Porta S. Paolo, contro guerra, genocidio e autoritarismo, un elemento in più. Oggi si celebra la Giornata Mondiale per il Rifugiato, ottima occasione di molti Stati per lavarsi la coscienza. Sono, secondo le stime, 122, 5 milioni le persone costrette oggi ad abbandonare la propria casa, il proprio Paese, a causa di crisi, carestie, disastri ambientali, ma soprattutto di guerre e oppressioni. Gli Stati ricchi, impegnati nel riarmo, in vista di un’estensione suicida delle aree di conflitto hanno tagliato e tagliano i fondi necessari a garantire assistenza a chi è costretto in immensi campi profughi. Ad essere oggi maggiormente colpita è l’UNRWA, l’Agenzia che dal 1948 si occupa di aiutare i rifugiati palestinesi e le loro famiglie. E’ stato usato come giustificazione l’arresto arbitrario perpetrato dall’Idf di 9 operatori dell’Agenzia sui 13.000 attivi, accusati di legami con Hamas che ricordiamo è un partito di massa a Gaza. Le potenze occidentali hanno sospeso i fondi destinati all’Unrwa presente nella Striscia di Gaza. La linea degli Stati Uniti, d’accordo con Israele, è quella di sostituire l’Agenzia perchè in quanto tale riconosce lo status di rifugiati ai palestinesi e quindi con la sua stessa esistenza costituisce un atto d’accusa nei confronti di chi ha costretto dalla Nakba in poi un popolo a lasciare la propria terra e a finire nei campi profughi.. Una decisione squallida di cui pagano le conseguenze soprattutto le persone più vulnerabili che sta facendo lievitare il numero di vittime scampate alle bombe ma che non possono curarsi, avere acqua potabile, cibo, generi di prima necessità. Solo la fine dell’occupazione israeliana e la ripresa del sostegno internazionale alle popolazioni colpite da una volontà genocida, potrà almeno salvare chi è ancora in condizione di salvarsi. Intanto gli aiuti promessi vengono affidati a società private, sono insufficienti e ogni erogazione è a discrezione del governo di Tel Aviv che non sita quotidianamente a far strage di chi cerca disperatamente cibo. Un modo ancora più aberrante per portare avanti il genocidio. Una ragione in più per essere in piazza domani, per gridare stop al riarmo e per fermare l’esercito israeliano insieme ai suoi complici.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Stefano Galieni, responsabile immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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