Sul nucleare iraniano sterminati branchi di castronerie

Sul nucleare iraniano sterminati branchi di castronerie

di Massimo Zucchetti* -

Insegno al MIT un corso dal titolo: “Protect yourself at all times. Nuclear proliferation and control strategies through technology “.
Nonostante quello che mi hanno fatto, l’anno prossimo lo terrò anche al Politecnico di Torino, in un corso di dottorato.
Succede che il sottoscritto sia il maggior esperto italiano di disarmo nucleare. È un fatto, non una vanteria. C’è una classifichina internazionale piena di stranieri, perché in Italia – essendo un paese di servi asservito agli USA – pochi tecnologi se ne occupano. Sono, bontà loro, il primo italiano in codesto elenco, se si escludono colleghi che lavorano per la IAEA, ma quando sei lì, rinunci naturalmente alla tua “nazionalità”.
Ho partecipato ai negoziati per l’accordo JPCOA con l’Iran nel 2015.

Leggo in questi giorni – da buoni e cattivi – castronerie a branchi. Sterminati branchi di castronerie.
Proviamo a smentirle, non si sa mai che uno su un milione capisca in quale oceano di bullshit lo stanno affogando.
1) L’Iran NON ha la bomba atomica. Non ci è neanche vicino, ad averla.

2) La IAEA ha ultimamente intensificato la frequenza delle sue ispezioni, dati i timori USA sulla non-adempienza dell’Iran ad alcune regolette, soprattutto sull’arricchimento dell’uranio. USA e Iran stavano facendo colloqui bilaterali, Trump al solito giocava sporco, mettendo avanti dei proclami ideologici del direttore della IAEA che purtroppo non è un El Baradei, ma un amico del “carota”. Gli Iraniani facevano notare che nei rapporti ufficiali degli ispettori IAEA non c’erano dati che giustificassero tutto il cancan di Trump, che però quando va in fissa, difficile farlo ragionare. Ma pian piano si sarebbe arrivati a un accordo.
3) La IAEA è fatta apposta per quei controlli: dato che abbiamo “convinto” gli iraniani a firmare il Protocollo Aggiuntivo del TNP, ha potere di intromissione totale nel nucleare iraniano: ispezioni a sorpresa, controlli distruttivi, etc. sappiamo davvero tutto, anche quante volte vanno al bagno.

4) In 80 anni, la tecnologia nucleare bellica ha fatto molti passi avanti, bimbi belli, non si parla più di “bombe atomiche” come ai tempi di Oppenheimer, ma di ordigni come minimo a tre stadi fusione-fissione-fusione termonucleare. La “bomba atomica” vecchio stile è solo più un innesco per le moderne bombe. E per queste, NON SERVE una bomba all’Uranio, ma al Plutonio weapons-grade a implosione: parlando come al tempo dei nonni, qualcosa di simile al Fat Man caduto su Nagasaki.

5) Quindi tutte queste beghe sull’arricchimento dell’uranio sono senza senso, oggi la strada per dotarsi di un’arma termonucleare non passa più attraverso l’Uranio arricchito, ma attraverso il Plutonio: ln Iran, in questo momento, non c’è un grammo di Plutonio weapons-grade. I controlli sono così stretti che li teniamo letteralmente per le palle. Certamente, uno può in teoria pensare ancora a fabbricare una bomba all’uranio arricchito al 90% come Little Boy: è un vicolo cieco e da 70 anni non le fa più nessuno, però è sempre una atomica. L’Iran è lontanissimo da questo. Piccolo particolare: 90% è l’arricchimento richiesto, la disputa USA-Iran riguardava se loro avessero superato il limite imposto dal JPCOA, intorno al 3,5%. Si noti che il JPCOA del 2015, per il quale si son sudate sette camicie, è stato denunciato proprio dagli USA. I quali per metterla in caciara hanno addirittura chiesto che l’Iran NON arricchisse più l’Uranio. Al che gli iraniani han chiesto: e i nostri reattori con cosa li facciamo funzionare? A brillantina?

6) Israele, che di punto in bianco si sostituisce alla IAEA e al TNP, al diritto internazionale a suon di bombe, sa bene queste cose. E comunque da che pulpito: Israele non ha mai sottoscritto il TNP (gli altri stati-canaglia come loro si contano sulle dita di una mano) perché “non vuole controlli” per “motivi di sicurezza “. Ed ha circa 150 ordigni termonucleari “mai dichiarati” e pronti all’uso.
7) La Russia, la Cina, la DPRK non aiuteranno mai l’Iran fornendo loro assistenza per sviluppare atomiche o addirittura dandogliele “chiavi in mano”; verrebbero beccate ALL’ISTANTE e sarebbero guai serissimi.
8) Anche se le installazioni nucleari iraniane sono state bombardate, non si tratta di esplosioni atomiche, ma di contaminazioni radioattive localizzate che sono davvero un piccolo problema rispetto a questo enorme casino.
Mi fermo qui.

Qualche volta sogno di aprire la TV e ascoltare un giornalista o un politico fare su questi argomenti un discorso sensato e privo di minchiate da ignoranti.
Esempio per assurdo di discorso “sionista”: “beh Israele vuole l’egemonia nell’area, è una potenza nucleare bellica, non tollera l’Iran, e ha deciso – vista l’impunità di cui gode, specie ultimamente – di infliggergli un’umiliazione cosmica, colpirlo nel loro punto di orgoglio, il loro programma nucleare. Che non è un pericolo: ma è dove abbiamo potuto dar loro una bella ridimensionata. Questo può portare all’escalation e alla guerra? Eccoci, siamo quasi pronti. Siete solo chiacchiere e distintivo: chiunque ci dà un minimo fastidio, lo attacchiamo e lo facciamo a pezzi“.
Ecco. Nessun “erano a due settimane dall’aver la bomba“, “ci sentivamo minacciati“, “bombardiamo per la liberazione delle donne “…
Basta castronerie!

* docente di Radiation Protection, Tecnologie Nucleari, Storia dell’energia, Centrali nucleari al Politecnico di Torino, più volte componente delle missioni Onu di verifica del rispetto dei trattati di non proliferazione nucleare, indicato nella cinquina finale dei candidati al Premio Nobel per la Fisica nel 2015.

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