
Rifondazione: Riprendono le deportazioni in Albania, Meloni ispirata da Trump
Pubblicato il 28 gen 2025
Altre 49 persone migranti, intercettate nel Mediterraneo, dalla nave militare Cassiopea, sono state deportate nei centri di detenzione in Albania, per proseguire gli esperimenti di delocalizzazione inaugurati mesi fa dal governo e miseramente falliti di fronte al pronunciamento della Corte Europea. Ci si riprova con un artificio subdolo, sottraendo ai giudici che si occupano di immigrazione, del tribunale di Roma, la possibilità di ricorrere avverso il trattenimento, sperando nella discrezionalità di magistrati più compiacenti e disponibili a ignorare quanto stabilito ad oggi in UE. Ovvero chi non fugge da paese ritenuto “non sicuro” non può essere soggetto a procedure accelerate e rimandato a casa in 28 giorni, come vorrebbe l’efficiente ministro Piantedosi.
Per un governo privo di scrupoli e ancora più sdoganato dall’amministrazione Usa, di cui condivide i principi razzisti, è normale avviare detenzioni e deportazioni quanto è scontato rimandare in Libia, con un volo di stato, un torturatore ricercato dalla Corte Penale Internazionale, come il comandante Almasri, tato utile agli interessi meloniani.
Nell’augurarci che anche questa volta la magistratura italiana intervenga per rimettere in libertà le persone rinchiuse nel CPR albanese di Gjader, ci uniamo alle proteste del “Network against migration detention” di cui facciamo parte, una rete di associazioni e movimenti antirazzisti italiana, europea e soprattutto animata dall’opposizione albanese e della diaspora. I CPR vanno chiusi, in Albania, in Italia e in ogni luogo.
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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