Per l’Italia come per Israele, la Corte Penale Internazionale non ha valore. Nordio vattene

Per l’Italia come per Israele, la Corte Penale Internazionale non ha valore. Nordio vattene

Njeem Osama Almasri Habish è un uomo temuto. Da anni è a capo in Libia delle peggior strutture di detenzione in cui si torturano migranti e richiedenti asilo, si stuprano donne, si terrorizzano minori. Sulla sua testa spicca un mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, gli stessi per cui sono oggi sotto accusa il premier di Israele e suoi uomini fidati. Di passaggio in Germania la Corte ha allertato le forze dell’ordine italiane del suo passaggio nel nostro paese per procedere al suo arresto. Ciò è avvenuto a Torino ma, con il pretesto di un inesistente cavillo burocratico, il torturatore è stato rilasciato. Con un volo di Stato è potuto tornare in Libia, proprio mentre venivano effettuati altri 700 respingimenti in quei lager. Complimenti ministro Nordio, complice di questo misero trucco, capace di mentire sulla tempistica che ha permesso la scarcerazione del criminale per non mettere a rischio i buoni rapporti con un governo assassino. L’arroganza con cui difende il suo operato per rafforzare il controllo sulla magistratura è pari solo alla faccia tosta con cui mette in sicurezza le persone utili ai suoi fini. Lei e la parola giustizia sono termini fra loro inconciliabili, quindi se ne vad in quanto rappresenta un affronto alla dignità del Paese tutto.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione
Partito della RIfondazione Comunista – Sinistra Europea


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