Rifondazione Comunista: flop delle deportazioni in Albania. Meloni spende, migranti e collettività pagano
Pubblicato il 18 ott 2024
Potrebbe accadere di tutto in queste ore, data l’arroganza e l’assoluta indisponibilità a rispettare la legalità internazionale del governo italiano anche in materia di immigrazione. Dopo l’operazione surreale e grottesca con cui erano stati condotte 16 persone, richiedenti asilo, provenienti da Bangladesh ed Egitto, soccorse nelle acque internazionali in cui i salvataggi spettano all’Italia e deportate nel centro in Albania di Gjader, per inaugurare la delocalizzazione coloniale dell’asilo, la realtà ha superato la fantasia. Prima si è acclarato che dei 16 ritenuti idonei alla deportazione 2 sono minorenni e quindi sono tornati in Italia, dopo, nonostante il fatto che la commissione territoriale presente in Albania per l’asilo avesse respinto le loro domande, si è verificato quanto previsto. Il tribunale di Roma competente, non considerando i 2 paesi di provenienza dei richiedenti asilo come “sicuri” e rispettando la pronuncia della Corte europea, non ha convalidato il trattenimento e ha disposto il ritorno in Italia dei richiedenti asilo per poter espletare il ricorso al diniego. Salvo un nuovo provvedimento di trattenimento che equivarrebbe ad una opposizione al tribunale e che potrebbe essere emanato solo dal ministro Piantedosi, con le conseguenze del caso, in serata il centro per i rimpatri albanese dovrebbe tornare ad essere vuoto. Non ci appelliamo unicamente a principi etici che condannano la sofferenza a cui sono state sottoposte le persone portate in Albania che già avevano sofferto le torture nei lager libici. Ma che si guardi almeno ai costi. Già sono stati spesi 250 mila euro per il viaggio di andata della nave hub Lybra che ha viaggiato dal Mediterraneo centrale al porto albanese di di Shengjin. Quanto costa alla collettività una simile follia propagandista? Intanto i centri albanesi restano vuoti. Ad oggi l’operazione del governo è semplicemente fallita.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale,
Stefano Galieni, responsabile immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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