Rifondazione: un referendum per cambiare l’oscena legge sulla cittadinanza

Rifondazione: un referendum per cambiare l’oscena legge sulla cittadinanza

Anche Rifondazione Comunista ha aderito e sarà fra i promotori della raccolta referendaria, lanciata da una miriade di associazioni che vivono sulla propria pelle l’assurdità di una legge del 1992 che rende un miraggio l’ottenimento della cittadinanza italiana per chi proviene da paesi al di fuori dell’UE. Questa mattina il nostro responsabile immigrazione Stefano Galieni si recherà alla Corte di Cassazione a firmare il deposito del referendum con cui si vorrebbero dimezzare i tempi di residenza necessari per essere naturalizzati, oggi sono 10 anni, si intende portarli a 5. Un atto dovuto che ha come primo compito quello di far rientrare nel dibattito pubblico il tema delle tante e tanti che vivono stabilmente in Italia, pagano le tasse nel nostro paese e non nei paradisi fiscali, ma sono privati dei più elementari diritti fra cui quello del voto. Siamo consapevoli che si tratta di un tema scomodo e su cui anche buona parte della sinistra finora non ha avuto il coraggio di intervenire – la legge 91 del 1992 non è stata messa in discussione da nessun governo – ma 32 anni dopo la sua promulgazione la società italiana è profondamente cambiata e bisogna rendersene conto. Notiamo con tristezza che unicamente il Partito Radicale e quello Socialista, insieme a Possibile, abbiano deciso finora di appoggiare il referendum.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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