PRC oggi a Roma l’omaggio a Palmiro Togliatti

PRC oggi a Roma l’omaggio a Palmiro Togliatti

Stamattina una delegazione del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha fatto visita e deposto un cuscino di fiori sulla tomba di Palmiro Togliatti al cimitero Verano.

“Togliatti è stato uno dei più importanti dirigenti del movimento comunista internazionale e dell’antifascismo, protagonista con Dimitrov nel 1935 della svolta dell’Internazionale a favore dei Fronti Popolari che fu il fondamento della Resistenza europea a partire dalla partecipazione delle Brigate Internazionali alla Guerra di Spagna. Rivoluzionario costituente è stato uno dei padri della Repubblica e della Costituzione che definì come ‘la più grande conquista della classe operaia italiana’. A lui si deve la valorizzazione e diffusione dell’opera di Gramsci, la proposta di una via democratica al socialismo che ispirò la Primavera di Praga, la costruzione del più forte partito comunista del mondo occidentale.
Va ricordato che Togliatti fu un precursore dell’incontro tra marxisti e cattolici e della necessità di un comune impegno per la pace e il disarmo nucleare.
Fu uomo dei suoi tempi e la sua azione va collocata nel contesto storico con tutte le contraddizioni che lo caratterizzarono. La nostra critica dello stalinismo non comporta giudizi sommari su una generazione di rivoluzionari come Togliatti che attraversarono anni duri e terribili. La necessità di una lettura critica della storia del Novecento e del ruolo svolto da una grande personalità come Palmiro Togliatti non va confusa con le campagne volte a delegittimare il ruolo svolto dai comunisti nella lotta per la democrazia e la giustizia sociale.
Credo che a Togliatti dobbiamo dedicare un convegno, ‘per farne un buon uso’ per dirla con Rossana Rossanda. La grande storia di cui è stato protagonista non può essere liquidata con banalità e superficialità come accaduto negli ultimi decenni”, ha dichiarato Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rivoluzione Comunista – Sinistra Europea.

E successivamente intervenuto il prof. Raul Mordenti del Cpn di Rifondazione:

“Per motivi anagrafici credo di essere fra i pochissimi (se non l’unico) fra i presenti, ad aver partecipato ai funerali di Palmiro Togliatti sessant’anni fa, e credo di dovere a questa circostanza l’onore di dire qualche parola qui ai più giovani, anche a nome del Partito della Rifondazione Comunista.

A quei funerali parteciparono un milione di persone commosse, credo la più grande manifestazione di massa della storia italiana, e sul palco “la Pasionaria’ Dolores Ibarruri, Ferruccio Parri, Leonid Breznev, Umberto Terracini e il segretario della FGCI di allora (di cui non ricordo più il nome). L’evento ispirò anche gli artisti, film come ‘I sovversivi’ dei fratelli Taviani e ‘Uccellacci uccellini’ di Pasolini, un quadro di Ennio Calabria del 1965 intitolato “I funerali di Togliatti” e uno del 1972 con lo stesso titolo di Renato Guttuso (il quale però si scordò di rappresentare nel folto gruppo di personaggi proprio Terracini, proprio colui che tenne l’orazione funebre).

I media dominanti non hanno mancato e non mancheranno neppure questa volta di attaccare la figura e l’opera del compagno Togliatti, e lo fanno da sempre con una virulenza perfino maggiore di quella che dedicano ad Antonio Gramsci. Ce l’aspettavamo: la borghesia non manca di curare e imporre la sua narrazione tossica e falsa della storia italiana, e lo fa con particolare spudoratezza e impegno ora, nel tempo del Governo Meloni (ricordo solo la vergogna del ministro Tajani che ha dichiarato che Togliatti fece arrestare Gramsci…).

Ma anche a sinistra, e perfino fra i comunisti e le comuniste, la figura di Togliatti è più controversa, se non osteggiata, grazie a qualche formuletta superficiale ma ripetuta ossessivamente (Togliatti colpevole dell’amnistia ai fascisti, Togliatti colpevole delle contraddizioni in Spagna fra il Governo repubblicano sostenuto dall’Internazionale il POUM e gli anarchici, Togliatti colpevole di non aver ordinato l’insurrezione armata, e così via). Questo accade per l’influenza pervasiva dell’ideologia e della storiografia anticomuniste fra le masse attualmente disperse e disorganizzate ma soprattutto accade per debolezze nostre, debolezze di conoscenza e di studio anzitutto e debolezze di riflessione teorico-politica. Superare queste debolezze, sottrarsi al senso comune anticomunista dominante è dunque un compito importante, specie per le nuove generazioni.

Credo si possa dire che Togliatti sia stato il massimo “politico in atto” espresso dal movimento operaio italiano nella sua storia (per le circostanze della sua vita la grandezza di Gramsci fu necessariamente più quella del teorico che del politico in atto), inoltre Togliatti fu anche “il più grande tattico della III Internazionale” (come disse Lukàcs), e basti pensare per questo aspetto al ruolo centrale che ebbe nel VII Congresso dell’Internazionale, il Congresso che varò l’alleanza antifascista e – in ultima analisi – fu ciò che ci permise di dare vita alla Resistenza e di vincere la guerra al nazifascismo.

Politico rivoluzionario in atto significa far diventare possibile, con l’intervento soggettivo della politica, ciò che prima era impossibile. Elencare tutte le cose impossibili che Togliatti e il suo Partito resero possibili sarebbe troppo lungo. Cito solo la grande operazione politico culturale di difendere e diffondere l’eredità di Gramsci e porla alla base di un’identità dei comunisti italiani del tutto autonoma anche dai sovietici.

Si deve a lui, soprattutto, la costruzione del Partito comunista come partito di massa, capace di organizzare, mettere in movimento, portare alla lotta, educare milioni di italiani e italiane, con un quotidiano diffuso capillarmente di un milione di copie (e- non si dimentichi – con un settimanale teorico, “Rinascita”, che diresse personalmente fino alla morte: ho sentito testimoniare che Togliatti giudicasse un dirigente comunista da tre cose: il numero delle tessere, il numero dei voti, la qualità degli articoli scritti per “Rinascita”).

Nessun simile protagonismo delle masse si era mai dato nella storia d’Italia, né – dopo di lui – noi siamo stati capaci non dico di costruire ma nemmeno di mettere in cantiere qualcosa di paragonabile.

Ma primo fra tutti i risultati della politica togliattiana c’è indubbiamente la Costituzione, un obiettivo raggiunto quando già i comunisti erano stati cacciati dal Governo, avendo contro gli USA di Hiroshima e, in Italia, la feroce Confindustria, gli agrari, la mafia, uno Stato inquinato di fascismo e Pio XII.

Riconoscere la grandezza del compagno Togliatti non significa naturalmente sostenere che tutte le sue scelte – col nostro senno di poi – furono giuste. Sarebbe una posizione dogmatica e conformista, cose da cui proprio Togliatti ci ha insegnato a stare lontani.

Ma ciò che non è tollerabile è che il giudizio sulle scelte di Togliatti non sia storico ed etico-politico ma (si noti: solo per Togliatti, e non per i suoi avversari politici contemporanei!) sia moralisticamente astratto, del tutto separato dal contesto reale in cui quelle scelte si dovettero svolgere e dai rapporti di forza che le influenzarono.

Solo se sapremo conoscere, discutere creativamente, superare criticamente la grande storia dei comunisti in Italia, di cui Togliatti è tanta parte, potremo osare dire anche noi senza arrossire: ‘Veniamo da lontano, e andiamo lontano!’.

 

Cimitero del Verano – Roma


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