Rifondazione: il sindaco di Trieste risolve la vergogna del Silos, cacciando i rifugiati dalla città

Rifondazione: il sindaco di Trieste risolve la vergogna del Silos, cacciando i rifugiati dalla città

Dopo mesi e mesi di inerzia, il Sindaco Dipiazza ha firmato un’ordinanza sullo sgombero del silos. Egli, quale massima autorità sanitaria locale, avrebbe dovuto agire da tempo cercando e trovando soluzioni a quello che è un evento strutturale e non certo un episodio magari incoraggiato, secondo la sua narrazione, da “associazioni umanitarie che attirano le persone” a Trieste. Da anni le persone migranti/transitanti proprio grazie a queste “associazioni umanitarie” vengono accolte e curate con beneficio enorme delle persone stesse ma anche della città (la salute dei singoli, residenti e migranti, è anche salute pubblica). Per le persone transitanti, in particolare, queste associazioni fanno un’opera (meritoria) di sostituzione rispetto a quello che l’attuale amministrazione non vuole e/o non sa fare per incompetenza e per furori ideologici.

Certo, il silos è in condizioni preoccupanti: da mesi e mesi lo segnaliamo, unendo le nostre osservazioni e la nostra attività a quella di Linea d’ombra, ICS, No-border e singole cittadine e cittadini di Trieste e di altre parti d’Italia. Con altri gruppi, associazioni e partiti, abbiamo suggerito, nelle ultime settimane, di poter utilizzare i locali del mercato coperto di via Flavio Gioia, in condizioni più che buone (sopralluogo del 16 maggio), ma dall’amministrazione sono venuti solo dei no. Ora il Sindaco Dipiazza si accorge che il problema c’è: e come reagisce? Con sgomberi e spostamenti coatti, per cui “i migranti saranno portati con le corriere fuori Trieste”. In questa frase c’è tutta l’ignoranza del fenomeno: nessuna distinzione tra migranti e transitanti (è evidente che questi ultimi vogliono restare nei pressi della stazione, per poter sostare poche ore o pochissimi giorni e subito ripartire); per i primi, poi, portarli fuori Trieste significa allontanarli dal consorzio civile, con creazione di problemi (trasporti pubblici, socialità, etc.) già evidenziati dalla situazione di Campo Sacro. Inoltre, come sottolinea l’ICS in un comunicato, “circa un mese fa, il Prefetto Signoriello aveva solennemente dichiarato di fronte al Questore e a tutte le associazioni che la chiusura del Silos sarebbe avvenuta solo quando sarebbe stato pienamente operativo l’Ostello di Prosecco, con nuova capienza e in regime di alta rotazione per evitare di ritornare subito nella situazione attuale di mancanza di posti…” Anche questa dichiarazione, con tutti i suoi limiti, è già lettera morta? Infine, tanta foga di sgombero dipende forse più dall’imminente arrivo in città del Papa (7 luglio) che da autentiche preoccupazioni per le condizioni di precarie sicurezza ed igiene? E’ poi curioso che il Sindaco notifichi un’ordinanza di sgombero a Prefettura, Questura, CC e GdF. Ha già un accordo in tasca o è diventato anche capo supremo locale delle forze armate?

Se una soluzione c’è in città, vicino alla stazione -il mercato di via Gioia, appunto-, perché non usarla e, nel frattempo, bonificare/sanificare il silos? La “sicurezza” di tutta la città, e delle persone migranti, se ne gioverebbe, anche grazie al lavoro continuo fatto dai mediatori e dalle mediatrici culturali e dalle tanto disprezzate “associazioni umanitarie” -straordinario lavoro che non cesserà-, finalmente in collaborazione con le istituzioni preposte.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, Resp. Immigrazione
Gianluca Paciucci, Segretario Federazione di Trieste, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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