Le figurine e la coerenza
Pubblicato il 23 apr 2024
di Raul Mordenti
Avvicinandosi il voto per le elezioni europee dobbiamo aspettarci la corsa di tutti a sostenere i temi della pace, dell’ambiente, del lavoro, del welfare e a rafforzare la propria immagine con “figurine” di candidati adatti.
Questa corsa a dirsi tutti sostenitori (a parole) di pace, ambiente e diritti dei lavoratori, anche da parte di chi ha messo in atto (nei fatti) politiche di guerra e di distruzione dell’ambiente e delle condizioni di vita di chi lavora configura una specie di trasformismo di massa, che non danneggia solo la verità ma purtroppo anche la democrazia. L’Italia ha il non commendevole record di parlamentari che hanno cambiato bandiera e partito dopo essere stati eletti: limitandosi ai parlamentari europei, secondo “Il Fatto” (19/04/24, pp. 8-9) sono addirittura 29 su 76 (e l’elenco è incompleto). Sono comportamenti come questi che provocano il crescente disprezzo popolare per la democrazia, di cui l’astensionismo è il segnale più preoccupante.
Faccio solo un paio di esempi: AVS candida alle europee la bella “figurina” del simpatico ex sindaco di Roma Marino, presentato come campione della lotta contro l’inceneritore e ospitato su questo tema nella seguitissima trasmissione di Floris. Peccato che la Giunta Gualtieri, di cui AVS fa parte, l’inceneritore a Roma lo sta facendo. Dunque lo stesso partito AVS critica a parole l’inceneritore, chiedendo voti per questo, e realizza nei fatti l’inceneritore. Fra i candidati e le candidate alle europee c’è anche Elena Mazzoni, di “Pace terra dignità”, che si batte in concreto contro l’inceneritore ed è co-portavoce di una “Rete tutela Roma Sud” che unisce 26 associazioni in lotta da anni contro l’inceneritore. Ma Mazzoni non viene invitata in Tv né da Floris né da nessun altro (questo della decisività dei media nelle elezioni è un altro gravissimo problema della democrazia).
Noi tutti abbiamo sostenuto con forza Mimmo Lucano quando fu ingiustamente perseguitato e condannato; peccato che dovendo scegliere fra due liste, una che ha proposto fino all’ultimo l’unità di tutti e tutte contro la guerra (“Pace terra dignità”: cfr. L’occasione storica di una lista unitaria. ma niente spettatori, nel “Manifesto” del 10 febbraio 2024, p. 15) e una che ha rifiutato ostinatamente tale necessarissima unità (AVS), quel compagno abbia scelto di candidarsi con la seconda. E c’è da dire che nella ricerca esasperata di figurine in grado portare voti, AVS rischia, anche laddove ottenesse il risultato, di tenerne fuori cinicamente alcune: difficile pensare che il risultato sia tale da consentire di eleggere contemporaneamente Salis, Lucano, Marino, Orlando, Smeriglio, Raimo etc., servirebbe almeno il 6%.
E ancora: sembra ormai certa la candidatura col PD, per ottenere il voto dei cattolici contrari alla guerra, del prestigioso ex direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio, una bellissima “figurina” pacifista. Peccato che il PD sia il partito che ha votato e continua a votare (in Italia e in Europa) per l’invio delle armi, cioè per la guerra. E d’altra parte, mentre si ispira perfino nel nome al Partito democratico americano (quello di Biden), il PD fa parte del bellicista Partito Socialista Europeo (presente anche nel suo simbolo) che è il partito anche di Jens Stoltenberg, il pericoloso Segretario generale della NATO.
D’altronde non c’è limite al “trasformismo mediatico” (chiamiamolo così) in un paese in cui il PD può mettere il volto di Berlinguer sulla sua tessera.
Ma senza memoria non c’è futuro. Ricordiamo allora che sia il PD che i 5Stelle votarono per la presidente della Commissione Europea Von der Leyen, l’emblema stesso di una Europa di guerra e asservita agli Stati Uniti, e PD e 5Stelle fecero parte della sua maggioranza (ricordate la “maggioranza Ursula”?); se non sbaglio – il voto fu segreto – votarono per la feroce Van der Leyen anche quegli europarlamentari italiani eletti nel 2019 col PD che ora si presentano nel 2024 con altre liste, come Smeriglio (ora candidato con AVS con tanto di costosi manifesti personali) o Calenda (ora candidato con sé stesso). D’altra parte ricordiamoci che in Europa l’ala maggioritaria dei Verdi è fra i più accaniti sostenitori delle armi e della guerra.
I più anziani ricorderanno che Pietro Valpreda fu candidato, portò molti voti alla lista ma non fu eletto, riuscì ad essere invece eletto Toni Negri con i Radicali, sottraendo credibilità al teorema giudiziario che lo aveva portato in carcere, e tutti ricordano il più recente caso di Aboubakar Soumahoro che portò molti voti alla lista ma – direi – ottenendo ben poco spazio per le vertenze dei lavoratori migranti che doveva rappresentare.
Le “figurine” sono belle, alcune bellissime, ma l’affidabilità politica e la coerenza sono più belle ancora.
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