CARREFOUR, ESSELUNGA & C. UNA CATENA DI MALAFFARE

CARREFOUR, ESSELUNGA & C. UNA CATENA DI MALAFFARE

Ci risiamo: caporalato, sfruttamento estremo, paghe da fame e assenza di diritti ai danni dei lavoratori accompagnati da fatture false, frode fiscale e contributiva ai danni dello stato.
E’ tutto un mondo in cui regnano assenza di diritti per i lavoratori e malaffare quello che periodicamente emerge grazie a indagini della magistratura come quella della procura di Milano a carico di una società del gruppo Carrefour cui la guardia di finanza ha sequestrato 64,7 milioni frutto di una frode fiscale.
Il “modello fraudolento” dichiarano gli inquirenti è sempre lo stesso: l’insospettabile società che appalta, una società filtro che non ha dotazioni operative, “società di capitali o cooperative che si avvicendano nel tempo trasferendo la manodopera dall’una all’altra omettendo il versamento iva e, verosimilmente, erodono la base imponibile contributiva mediante manipolazione della busta paga”.
Ma questa è solo una delle indagini in corso che a loro volta riguardano una piccolissima parte di un mondo ben più vasto su cui solo periodicamente si accendono i riflettori.

Come è accaduto poco tempo fa con Esselunga cui vennero sequestrati 48 milioni per la frode fiscale perpetrata attraverso un sistema di false fatturazioni miranti a far passare come contratti d’appalto quelle che erano invece “somministrazioni illecite di manodopera” a basso costo gestite da una successione di false cooperative che oltre a frodare il fisco a loro volta non avevano mai versato i contributi;

Un sistema criminale diffuso nei settori della logistica e della grande distribuzione ma non solo come testimonia la vicenda Armani che utilizzava una sua società dal modernissimo nome inglese, “Armani operations” finita in amministrazione giudiziaria per un reato antico come il caporalato.

Un sistema infame che, come emerso dall’inchiesta del Pm Storari a carico della Servizi Fiduciari Soc. Coop., da sempre, ma in particolare negli ultimi decenni, approfitta delle condizioni di bisogno di lavoratrici e lavoratori per costringerli ad accettare condizioni di lavoro indegne della persona umana.

Ben vengano questi interventi della magistratura, ma tutto ciò non può finire finché esisterà la complicità omertosa di governi che da una parte hanno deregolamentato all’estremo il mercato del lavoro, dall’altra garantiscono l’impunità delle attività illegali svuotando di mezzi e personale gli enti preposti ai controlli.
Ma, vista l’omologazione al credo neoliberista di tutti i partiti che si sono susseguiti al governo negli ultimi decenni, solo un nuovo grande ciclo di lotte unitarie potrà aprire la strada al cambiamento; è il primo compito di ogni sinistra che si consideri alternativa al sistema vigente.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea


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