La dignità di chiedere l’elemosina

La dignità di chiedere l’elemosina

di Marco Fiorletta -
Uscire la domenica mattina per andare a prendere il caffè e il giornale (l’Unità, sono un inguaribile romantico) e mentre ti accendi l’immancabile sigaretta, dopo aver bevuto il caffè, e stai per aprire il giornale senti una voce che ti dice: “Mi faresti l’elemosina? Io chiamo le cose come sono”.

E non era una zingara, una barbona, ma una persona del paese che vedo tutti i giorni. Purtroppo, per abitudine esco quasi sempre senza soldi in tasca, avevo solo cinquanta centesimi e glieli ho dati.

Non posso fare a meno di pensare a quante persone sono in difficoltà di questi tempi. E non posso fare a meno di pensare a tutti quelli che chiudono non un occhio ma tutti e due. Nell’archivio di questo blog giace, mai pubblicato, un post su una persona e sulle sue difficoltà economiche. Mai pubblicato perché poteva essere scambiato per un puro esercizio pseudo-letterario fatto sulla pelle di chi soffre.

D’altronde casi ben più drammatici ce li propone la cronaca, ma volgere lo sguardo a chi ci è vicino e soffre non è poi cosa tanto difficile. Basta un poco di volontà e sapersi guardare allo specchio. La dignità della persona che oggi ha avuto il coraggio di chiedere l’elemosina, chiamando con il vero nome ciò che altri chiamano aiutino o che tendono una mano a volte timida, a volte spavalda, è anche una resa di fronte ad una società chiusa verso gli altri, chiusa verso chi non ha i mezzi, anche culturali, per reagire. Chiedere l’elemosina è, forse, l’ultimo sussulto di dignità.

da Globalist.it


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY







o tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.