Rifondazione: Mediterraneo, anche queste sono vittime di guerra

Rifondazione: Mediterraneo, anche queste sono vittime di guerra

Erano tutti civili, in parte donne e bambini. Non è accaduto in uno dei tanti teatri di guerra ufficiali che continuano ad imperversare nel pianeta, È accaduto durante quella guerra invisibile e silenziosa, mai dichiarata, che porta a morire persone in fuga dalle guerre, dalle catastrofi ambientali ed economiche provocate dalla messa in pratica delle politiche neoliberiste, dal neocolonialismo praticato dalle potenze mondiali e regionali, dall’indifferenza che diventa complicità con cui si fa carta straccia delle convenzioni internazionali. Non sappiamo ancora il numero esatto delle persone morte a bordo di un gommone, fuggite dalla Libia. I 25 sopravvissuti, salvati dalla nave di una Ong, l’Ocean Viking, dicono che sono più di sessanta, erano da 10 giorni in mare e soccorsi non arrivavano da nessuna parte malgrado i tanti Sos lanciati. Sono morti di fame, di sete, con le carni straziate dalla salsedine e dalla fuoriuscita di carburante, in una lenta agonia. Non è una guerra questa se, mentre avviene la strage il ministro dell’interno italiano Piantedosi è tranquillamente a dialogare con uno dei signori della guerra libici, il generale Haftar? Non è una guerra se si continua a morire, nel mare come nel deserto, per colpa di leggi inumane, destinate a divenire ancora più proibizioniste, se la sig. Ursula Van der Leyen e le sue maggioranze ampie dovessero mantenere il potere in Europa? Non è un crimine contro l’umanità, un “migranticidio” quello che continua ad avvenire quotidianamente e spesso nel silenzio omertoso?

Anche a questa guerra va posta fine, costruendo canali di ingresso legali per chi fugge, leggi sull’asilo che comportino responsabilità per l’intera UE, rigetto di ogni accordo con gli Stati che compiono violenze e abusi, in quanto Paesi di transito, sulle persone che fuggono. E, come proponiamo nel programma, della lista Pace Terra e Dignità, vanno aggredite le cause strutturali della crisi di molti Paesi dei sud del mondo, a partire dall’azzeramento del debito.

E chi balbetta di provvedimenti tampone, atti solo a lavarsi la coscienza è, senza dubbio alcuno, dalla parte di chi questa guerra la fa continuare

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, Responsabile immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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