Rifondazione: Cutro, un anno dopo la strage, in piazza con donne e uomini che non dimenticano

Rifondazione: Cutro, un anno dopo la strage, in piazza con donne e uomini che non dimenticano

Lunedì 26 febbraio sarà trascorso un anno dalla strage di Steccato di Cutro, il cui bilancio, fra morti e dispersi, ha superato le 105 persone. Da quell’alba orribile in tante e tanti, a partire dai familiari delle vittime, si sono dati da fare per ottenere quello che lo Stato non sembra disposto a concedere “verità e giustizia”. Ha prevalso l’arroganza del potere e la smemoratezza di tanta opposizione, sta ancora prevalendo l’idea che i bambini, le donne e gli uomini che hanno perso la vita, a poche centinaia di metri dalla salvezza, in fondo, come per chi ha subito uno stupro, se la siano cercata. Stessa logica carica di violenza e suprematismo, quella di un paese in cui trionfa l’idea dell’autorità che non si discute, in cui non si può parlare di genocidio, come quello che accade a Gaza, in cui l’emigrazione è il nemico da respingere con ogni mezzo necessario, anche negando i soccorsi, anche avvalendosi di trattati con Paesi in cui si tortura e uccide. Le attiviste e gli attivisti che durante questo anno non hanno mai smesso di operare accanto a chi è scampato alle leggi che uccidono e che si sono raccolte nella “Rete 26 febbraio”, terranno in questi giorni numerose manifestazioni.

In Calabria si inizia oggi, domani 25 febbraio, un corteo attraverserà le strade di Crotone mentre lunedì mattina, alle 4, ci si è dati un appuntamento, sulla spiaggia di Steccato di Cutro, per una veglia di rabbia e di dolore, ad un anno dall’ora esatta in cui si verificava questa strage di Stato. Alle 9.30 poi ci sarà una conferenza stampa, in cui interverranno rappresentanti dell’attivismo antirazzista e familiari delle vittime. Anche a Roma nel pomeriggio di domenica, si manifesterà a Piazza Vittorio con Cutro nel cuore ma anche per protestare contro la recente strage di lavoratori di Firenze che ha visto morire 4 lavoratori immigrati. E a nulla valgono le promesse dei governi, la decisione presa in extremis dal governo di garantire protezione internazionale e ricongiungimento familiare ai sopravvissuti in Calabria, non bastano le promesse fatte oggi quando si è opposizione e mai mantenute quando si era al governo.

Le politiche suprematiste e di sfruttamento in Italia hanno una lunga storia, tanti sono i colpevoli di migranticidio da portare alla sbarra, a noi spetta il compito di sostenere lotte che sono si antirazziste ma riguardano i diritti di tutte e di tutte le persone sfruttate. Le morti di Cutro, le tante altre in mare, come quelle sui cantieri, sono il frutto avvelenato delle politiche liberiste e nazionaliste che vanno sconfitte, costituiscono un fronte di guerra che va fermata, con una vera forza pacifista che ponga al centro il benessere di tutti e non il profitto scellerato di pochi.

Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione,
Domenico Serrao, Segretario regionale Calabria
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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