Le donne contro la guerra

Le donne contro la guerra

di LAURA TUSSI

 

Nel secondo dopoguerra, si rafforza un impegno contro la guerra sempre più rilevante e capillare.

Il fascismo aveva educato le donne a fare i figli per la guerra, invece le donne i figli devono farli per la pace e per un mondo migliore.

Le donne con le loro organizzazioni di massa, come UDI – unione donne italiane, in primo luogo furono le prime nell’immediato secondo dopo guerra ad assumere la difesa della pace quale bene supremo ed attivarsi con un multiforme impegno.

Per l’UDI la centralità della questione della pace è posta nel secondo congresso nazionale a Milano nel 1947 quando i lavori congressuali si chiudono proprio con un comizio per la pace al Castello Sforzesco.

Si rafforza così un impegno contro la guerra sempre più rilevante e capillare, diffuso in tutto il paese. Da ricordare nel novembre 1947 la settimana della pace e la giornata della pace nel 1948. Nel secondo dopoguerra, l’impegno delle donne è caratterizzato dalla raccolta delle firme per abolire la guerra. Alla fine della campagna saranno oltre 3 milioni di firme consegnate al presidente della Repubblica De Nicola nel corso delle importanti assise della pace a Roma e poi a Benjamin Cohen segretario generale dell’ONU a Parigi da una delegazione giunta dall’Italia.

Alla campagna per la pace, le donne si sono dedicate come a una missione - scrive su L’Unità del 13 marzo 1948 Marisa Rodano – ne sono prova le centinaia di migliaia di firme raccolte. Dai più piccoli paesi di montagna ai grandi agglomerati urbani, casa per casa, villaggio per villaggio. Ne sono una prova le imponenti manifestazioni avvenute in tutta Italia in quei mesi, che hanno riunito in un appassionato dibattito intorno al problema dell’abolizione della guerra, donne di tutti i ceti, di tutte le condizioni, di tutte le categorie.

È la prima volta che si sviluppa nel nostro paese un così grande movimento di popolo di cui le donne sono iniziatrici e dirigenti. Corteo di donne a Milano e assise di Roma: la più grande manifestazione femminile nazionale per la pace dove sfilano con una coreografica manifestazione le bandiere della pace e ben 50 mila delegate giovani e anziane, operaie e contadine, massaie e intellettuali.

Sono rappresentanti di milioni di altre donne, della maggioranza delle donne di Italia; esse venivano a Roma per testimoniare a tutto il paese della loro raggiunta maturità politica e della loro decisa volontà di lottare per il mantenimento della pace.

L’impegno è diffuso e capillare.

Si mettono in atto variegate e creative iniziative da un capo all’altro della penisola, manifestazione di vedove di guerra, corone ai monumenti ai caduti e sulle lapidi di partigiani, cucitura e inaugurazione di bandiere della pace, convegni e incontri, comizi e poi le postine della pace e le visitatrici della pace.

E la bandiera pellegrina della pace. Le fiaccolate per la pace e anche le borse di studio per la pace.

L’8 marzo del 1950 è celebrato in tutta Italia con iniziative a sostegno della campagna sui cinque punti del comitato mondiale della pace e della “Lettera a Einaudi” con la quale si chiede al presidente della Repubblica che le forze di polizia in servizio alle manifestazioni di lavoratori non siano dotate di armi da fuoco, visti i ripetuti eccidi di lavoratori a Melissa, a Torremaggiore, Montescaglioso a Modena eccetera. La pace era una condizione per costruire il paese, ma anche per le donne, per poter avere un ruolo diverso in una società diversa. Prima di questa mobilitazione contro i patti di guerra, le donne avevano partecipato all’iniziativa lanciata dall’UDI alla fine del 1947 con le donne per una grande crociata di pace. Sono state raccolte in Italia 3 milioni di firme di donne per il disarmo e per mettere fuori legge le armi nucleari. Le firme raccolte nel corso di questa campagna sono poi state portate all’ONU da una delegazione di donne.

E soprattutto la voglia della pace, della possibilità di vivere in una società in cui i conflitti fossero risolti non con le guerre. E si ricordino le famose bandiere iridate, quelle a strisce colorate con la colomba di Picasso.

Donne conto la guerra:

Luxembrg Rosa, Lettere contro la guerra, Berlino 1914-1918, Prospettiva, Civitavecchia 2004

Menapace Lidia, Chi ha paura delle donne in nero?, In L’Unità, 7 novembre 1990

Menapace Lidia, Ingrao Chiara (a cura di), Né in difesa, né in divisa. Pacifismo, sicurezza, ambiente, nonviolenza, forze armate. Una discussione fra donne, Felina, Roma

Morgantini Luisa, Donne soldato? No grazie, in Giano n. 28/1998

Approfondimenti su guerra e pace:

Bravo Anna, Donne contadine e Prima Guerra Mondiale, in Ricerche storiche, n.2, 1980

Lussu Emilio, Un anno sull’Altipiano, Einaudi, Torino 2000

Del Boca Angelo, La guerra d’Etiopia. L’ultima impresa del colonialismo, Longanesi, Milano 2010

Tranfaglia Nicola, Il fascismo e le guerre mondiali (1914-1945) Utet, Torino 2012

Riflessioni sulla contemporaneità:

Pugliese F., Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall’800 a oggi, Grafiche futura, Mattarello – Trento

Pugliese F., I giorni dell’arcobaleno. Diario- cronologia del movimento per la pace, prefazione di Alex Zanotelli, Futura, Trento

Pugliese F., Per Eirene. Percorsi bibliografici su pace e guerra, diritti umani, economia sociale, Forum Trentino per la pace e i diritti umani, Trento

Pugliese F., Carovane per Sarajevo. Promemoria sulle guerre contro i civili, la dissoluzione della ex Jugoslavia, i pacifisti, l’ONU (1990-1999), Prefazione di Lidia Menapace, Introduzione di Alessandro Marescotti, Alfonso Navarra, Laura Tussi

Manifesti raccontano…Le molte vie per chiudere con la guerra,a cura di Vittorio Pallotti e Francesco Pugliese, Recensione di Laura Tussi, Prefazione di Peter Van Den Dungen, coordinatore generale della Rete Internazionale dei Musei per la Pace e Joyce Apsel, Università di New York

Strada G., Ma l’abolizione della guerra non è un’utopia di sinistra, in La Repubblica, 2006

 

Contributi femminili:

Franca Pieroni Bortolotti, La donna, la pace, l’Europa, Franco Angeli, Milano

Maria Montessori, La paix et l’éducation, Genève, Bureau International d’éducation, 1932

Anna Maria Mozzoni, La liberazione della donna, a cura di F. Pieroni Bortolotti, Mazzotta, Milano

Mirella Scriboni, in Guerre e pace, Marzo 2011

 

Approfondimenti sul pacifismo:

Pallotti V., Cinquant’anni di pace in Europa: eventi e immagini, a cura del centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale, Bologna

Pallotti V., Perché? Guerra, corsa agli armamenti. Catalogo della mostra del manifesto contro… per una cultura di pace e nonviolenza, Bologna

Pallotti V., Camminare per la pace. Marce e cammini per la pace e la nonviolenza, Comune di Casalecchio di Reno – Casa per la pace “la filanda”, Bologna 2009

 

Approfondimenti:

Elorza, Documenti e discorsi del militare ingenuo, San Sebastian

Erasmo da Rotterdam, Contro la guerra, a cura di F.Gaeta, L’Aquila

Trattato sulla tolleranza, a cura di Palmiro Togliatti, Editori Riuniti Roma

 

Bibliografia ragionata:

Autori Vari, Bandiere di pace, Chimienti, Taranto

Aron, Pace e guerra tra le nazioni, tr.it. Comunità, Milano

Balducci E., Vinceremo noi pacifisti. Fosse anche tra mille anni, in L’Unità, 6 Marzo 1991

Bartels, L’Europa dei movimenti per la pace, in Giano n. 4/1990

Battistelli, Sociologia e guerra. Il problema della guerra nelle origini del pensiero sociologico, Archivio Disarmo, Roma

Bello Don Tonino, Alfabeto della vita, Paoline, Milano 2009

Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, Bologna

Collotti, G. Di Febo, (a cura di), Contro la guerra. La cultura della pace in Europa (1789-1939), Dossier Storia, Giunti, Firenze

Rochat G., L’Antimilitarismo oggi in Italia, Claudiana, Torino

Taylor, English History 1914-45. Oxford University Press

 

Analisi storiche:

Rochat G., L’antimilitarismo oggi in Italia, Claudiana, Torino

Rochat G., La tradizione antimilitarista del movimento operaio italiano, in La critica sociologica, 1976

Rochat G., Breve storia dell’esercito italiano dal 1861 al 1943, Einaudi, Torino

 

Analisi:

Branson, M. Haienemann, L’Inghilterra degli anni Trenta, Laterza Bari

Ceadel, Pacifismi in Britain, Oxford University Press

 


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