Stati Uniti uccisero Allende, verità scomoda

Stati Uniti uccisero Allende, verità scomoda

Oggi nel cinquantesimo anniversario dell’assassinio è doveroso ricordare che il legittimo governo del presidente Salvador Allende fu rovesciato con un colpo di stato organizzato e diretto dagli Stati Uniti d’America. Chi si limita a ricordare i crimini di Pinochet omettendo il ruolo svolto dagli USA e dalla CIA è un ipocrita che offende la memoria di migliaia di giovani, donne, operai, contadini, studenti, intellettuali, militanti, artisti che furono torturati, ammazzati, imprigionati e costretti all’esilio. Tra di loro ricordiamo il cantautore poeta Victor Jara a cui fracassarono le mani nello stadio di Santiago prima dell’esecuzione e il poeta Premio Nobel Pablo Neruda che oggi sappiamo essere stato avvelenato da un agente della CIA mentre era degente in ospedale.
In una giornata come questa va ricordato che gli Stati Uniti non hanno nessun titolo per ergersi a campioni della democrazia e dei diritti umani. È una verità storica scomoda per i sostenitori e i neoconvertiti dell’oltranzismo atlantista.
Il golpe in Cile fu parte del Plan Condor che in tutta l’America Latina scatenò e impose dittature militari, squadroni della morte, feroce repressione, sistematica violazione dei diritti umani. Lo scopo era quello enunciato da Pinochet di “estirpare il cancro comunista”.
La via cilena al socialismo proposta da Allende era democratica e costituzionale, come quella che proponevano in Italia i comunisti, ma fu bersaglio della destabilizzazione economica e politica degli Stati Uniti che apertamente dichiararono che il popolo cileno non aveva il diritto di scegliere il marxismo. Nel nostro paese scatenarono le stragi della strategia della tensione, in Cile e in America Latina i colpi di stato, le camere di tortura e gli squadroni della morte.
Mentre l’Italia democratica apriva le porte e accoglieva i cileni, va ricordato che i neofascisti italiani furono protagonisti non solo della strategia della tensione in Italia, ma anche della rete repressiva del Plan Condor in America Latina.
La coalizione di Unidad Popular che univa socialisti e comunisti vinse le elezioni nel 1970 con un programma di giustizia sociale e di fine della rapina delle risorse del paese da parte delle multinazionali. Dopo il colpo di stato il Cile divenne il laboratorio del primo stato neoliberista con i Chicago boys e il FMI che ristrutturarono l’economia anticipando quella svolta che Thatcher e Reagan, due sostenitori del serial killer Pinochet, imposero negli anni ’80. Mentre le madri piangevano figli e nipoti desaparecidos, venivano cancellati i sindacati e ogni regolamentazione del lavoro, revocate le nazionalizzazioni di Allende, privatizzati i beni pubblici e la previdenza sociale, saccheggiate le risorse naturali, consegnata l’economia a società estere a cui fu garantito il diritto di rimpatriare i proventi delle attività in Cile.
Gli Stati Uniti e i militari fascisti hanno ucciso Allende ma le sue idee sono oggi più attuali che mai. Il fallimento del neoliberismo su scala planetaria ripropone l’urgenza di costruire un’alternativa socialista e democratica, un socialismo del XXI secolo.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare

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