Acerbo (Prc-UP): Mario Tronti comunista mai pentito
Pubblicato il 7 ago 2023
La sinistra italiana perde con Mario Tronti uno dei più importanti intellettuali del Novecento. La sua opera ha ispirato diverse generazioni di militanti e intellettuali ben oltre i confini del nostro paese. Con Panzieri dopo il 1956 ha anticipato un lungo ciclo di lotte operaie ed è stato un punto di riferimento del marxismo italiano degli anni sessanta e settanta. Sarebbe un errore ridurlo alla sola stagione operaista perché ha dato un contributo molto oltre quel periodo e quel paradigma che per primo mise in discussione riscoprendo l’originalità del comunismo italiano. L’intellettuale innovativo e eretico dopo il 1989 si schierò costantemente contro la liquidazione della storia comunista e del Pci. Non divenne mai un pentito e un rinnegato del comunismo del Novecento. Anche chi non ne ha condiviso il percorso teorico e politico non ha potuto che riconoscere la forza della sua elaborazione.
Con le sue riflessioni e i suoi interventi sempre originali ha accompagnato i tentativi di ricostruire una sinistra nel nostro paese dopo la fine del PCI. Nessuna differenza di collocazione ci fa dimenticare che il compagno Mario Tronti si è sempre schierato da comunista contro le ideologie capitalistiche dominanti, dalla parte delle classe lavoratrici e contro la guerra.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare
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